Fonte: © Huffintongpost
Fanno finta di commuoversi per gli 85mila bambini morti di fame o malattia dall’intensificarsi della guerra in Yemen, come denunciato da Save the Children. Lacrime di coccodrillo. Perché se c’è una tragedia senza eguali dalla fine della Seconda guerra mondiale, per la quale la comunità internazionale, e in essa l’Occidente, porta una responsabilità vergognosa, questa tragedia si chiama Yemen. Teatro di una guerra combattuta con armi che l’Occidente, Usa in primis ma anche l’Europa, e l’Italia in prima fila, continua a vendere al Paese maggiormente responsabile della mattanza yemenita: l’Arabia Saudita. Di fronte ai massacri quotidiani perpetrati dalla coalizione a guida saudita, solo due Paesi europei, alla luce del barbaro assassinio del giornalista e dissidente saudita, Jamal Khashoggi, hanno deciso di sospendere la vendita di armamenti a Riyad: la Germania, per prima, e oggi la Danimarca, che con il suo ministro degli Esteri ha annunciato di sospendere ogni contratto di vendita di armamenti all’Arabia Saudita a seguito dell’omicidio di Khashoggi e della situazione in Yemen.
La presa di posizione di Trenta arriva giusto dopo che, un paio di giorni prima , Giorgio Beretta dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere e sulle politiche di sicurezza e difesa di Brescia, era tornato, sul Manifesto, sull’argomento dell’export di armi notando che il Movimento 5 Stelle, che nella scorsa legislatura aveva accusato Renzi e Gentiloni di avere “le mani sporche di sangue” per le continue forniture di bombe aeree all’Arabia Saudita, ancora non aveva fatto nulla per sospendere l’export di armi in Arabia Saudita. Un passo, neanche troppo lungo, indietro nel tempo. Nel luglio scorso, La deputata Pd Lia Quartapelle ha presentato un’interrogazione in commissione Esteri nella quale chiede “se il Governo […] non ritenga opportuno, assumere iniziative per rivedere […] i termini delle forniture di materiali di armamento ai Paesi» impegnati nella guerra in Yemen”. A risponderle è il sottosegretario agli Esteri, il pentastellato Manlio Di Stefano, il quale ha assicurato che “il Governo presterà particolare attenzione affinché tutte le richieste autorizzative di esportazione di materiale d’armamento continuino ad essere valutate con estrema attenzione e particolare rigore”.
“La posizione espressa dal sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano ripropone sostanzialmente quelle manifestate dai precedenti governi Renzi e Gentiloni”, aveva annotato a suo tempo Beretta. “Si tratta di posizioni che nella precedente legislatura il M5S aveva duramente criticato dai banchi di Montecitorio chiedendo che venisse bloccata “l’esportazione di armi e articoli correlati prodotti in Italia o che transitino per l’Italia, destinati all’Arabia Saudita e a tutti i Paesi coinvolti nel conflitto armato in Yemen”, ed invitando il governo ad “assumere questa posizione anche in assenza di una formale dichiarazione di embargo sulle armi da parte delle organizzazioni internazionali”. Insomma, un gioco delle parti. Un gioco vergognoso…leggi tutto l’articolo