Viaggio nella fabbrica italiana delle bombe che distruggono lo Yemen: “Dà lavoro, ma meritiamo di meglio”


Giampaolo Cadalanu 
– Fonte: © Repubblica
28 Dicembre 2018
Lo stabilimento sardo della Rwm Italia vende ordigni ai sauditi, che stanno devastando lo Yemen e la sua gente. Ora i vescovi dell’isola vogliono la riconversione
«Le bombe Rwm sono considerate un’eccellenza», dice Sgarzi: fanno bene il loro lavoro, che però è distruggere e uccidere. E il nodo dello Yemen è difficile da sciogliere. La legge 185 del 1990 vieta l’esportazione di armamenti verso Paesi in guerra. La fornitura Rwm ai sauditi fa riferimento a contratti datati 2015 e 2016. Allora l’Autorità nazionale Uama per l’esportazione di armamenti e il governo Renzi, con Roberta Pinotti alla Difesa e Paolo Gentiloni agli Esteri, avevano stabilito che l’Arabia Saudita non era un Paese in guerra. Punto di partenza era la risoluzione 2216 del 2015, adottata dal Consiglio di sicurezza dell’Onu, che faceva riferimento alla richiesta di aiuto del presidente yemenita ai Paesi arabi contro l’aggressione dei ribelli Houthi. In parole povere, non si trattava di guerra ma di legittimo sostegno a un governo in difficoltà che chiedeva aiuto. Ma anche se su questa definizione lo scontro è aperto, oggi è difficile negare che Riyadh sia “responsabile di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani” per gli attacchi sui civili, e quindi che l’esportazione di armamenti, secondo la legge 185, debba essere rimessa in discussione.
Molti pacifisti credono che la tedesca Rheinmetall, proprietaria del 100 per cento dell’azienda di Domusnovas, usi la controllata per superare il blocco imposto dalla Germania alle esportazioni di armi verso l’Arabia Saudita. «Sono sciocchezze», taglia corto Sgarzi: «La Rwm Italia è un’azienda italiana, segue le leggi di questo Paese. Le vendite a Riyadh sono autorizzate dalle autorità italiane. Il gruppo non c’entra: i rapporti con i clienti li teniamo noi». È vero che l’azienda di Düsseldorf acquistò la Rwm nel 2010, quando la guerra in Yemen non era immaginabile. «Ma è la proprietà che fa le scelte di fondo. Mentre nello Yemen si cerca la pace, la Rheinmetall potrebbe fare un gesto di coerenza e imporre la stessa linea seguita in Germania», si augura Francesco Vignarca, portavoce della Rete Disarmo.