Nonostante il susseguirsi di fatti drammatici come questo, l’Italia è oggi uno dei Paesi col più basso tasso di omicidi in Europa. Secondo i dati più recenti resi noti dall’Istat, gli omicidi in Italia sono in costante calo dagli anni Novanta, tanto da aver raggiunto nel 2019 il minimo storico con un tasso di 0,53 omicidi volontari ogni 100mila abitanti. A diminuire sono soprattutto gli omicidi collegati alla criminalità organizzata (mafie) e per furti e rapine. Permangono invece costanti gli omicidi in ambito famigliare e relazionale: sono stati più 150 nel 2019, poco meno della metà di tutti gli omicidi (318 casi). È un problema ormai annoso evidenziato anche dai vari rapporti del Viminale (qui l’ultimo rapporto sugli omicidi del Dipartimento della Pubblica sicurezza).
Le statistiche dell’Istat e del Viminale non riportano però un dato fondamentale: il numero di omicidi commessi con armi legalmente detenute. È una grave carenza dell’informazione istituzionale che andrebbe migliorata. La rilevanza delle armi legalmente detenute negli omicidi famigliari risulta infatti evidente dalle informazioni presenti nel database dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere (Opal) di Brescia che raccoglie, da fonti pubbliche, tutti i casi di omicidi commessi da legali detentori di armi. Nel triennio 2017-19 sono stati almeno 131 gli omicidi perpetrati con armi regolarmente detenute a fronte di 91 omicidi di tipo mafioso e di 37 omicidi per furto o rapina. In altre parole, oggi in Italia è più facile essere uccisi da un legale detentore di armi che dalla mafia o dai rapinatori.….