Redazione – Fonte: © ACLI
12 giugno 2019
Papa Francesco qualche giorno fa alla 92ª Riunione delle opera di aiuto alle Chiesa orientali (Roaco) nel suo discorso ha ricordato che “Gridano le persone in fuga ammassate sulle navi, in cerca di speranza, non sapendo quali porti potranno accoglierli, nell’Europa che però apre i porti alle imbarcazioni che devono caricare sofisticati e costosi armamenti, capaci di produrre devastazioni che non risparmiano nemmeno i bambini”.
L’allarme che arriva dalla “Rete per il Disarmo” va nella stessa direzione: nelle prossime settimane arriveranno in Italia altre navi-cargo saudite, col rischio fondato che si carichino nei porti nostrani armamenti diretti in Arabia. Basta d’altronde pensare a quanto capitato solo poche settimane fa prima a Genova e poi a Cagliari con l’approdo della compagnia Bahri Yanbu, la più grande flotta della monarchia saudita composta da sei navi-cargo. Se nel primo caso, grazie alle proteste e alla mobilitazione delle associazioni, tra cui anche le ACLI di Genova, e dei camalli, il carico incriminato è rimasto a terra (almeno per ora), nel secondo con un blitz tanto inaspettato quanto inquietante sono stati caricati 44 container (per un totale, si stima, di circa 6mila bombe) partiti oramai per Gedda.
L’allarme di nuove spedizioni arriva dalla Rete per il disarmo, che da anni chiede lo stop alla vendita di armi all’Arabia. «La Bahri – spiega il coordinatore Francesco Vignarca – fa trasporti continuativi, con cadenze praticamente regolari. E le rotte sono sempre le stesse: quella nordamericana, per esempio, passa per Usa, Canada, poi Germania o Belgio, Francia, Spagna e infine Italia. Ovviamente non possiamo dire che ogni volta che la nave si ferma in Italia, più o meno ogni due settimane, trasporti armamenti. Ma il rischio, visti i precedenti, è molto alto». A vedere le rotte della navi che compongono la flotta saudita è molto probabile che la Bahri Jazan sia a Genova il 21 giugno, la Bahri Jeddah il 13 luglio, la Bahri Abha 3 agosto e la Bahri Hofuf il 23 dello stesso mese. Con un piccolo particolare: «Prima di Genova, tutte toccheranno i grandi terminal militari degli Stati Uniti e del Canada dove imbarcheranno sistemi militari e armamenti», spiegano ancora dalla Rete per il disarmo…. leggi tutto l’articolo