di Luca Liverani – Fonte: © Avvenire
28 settembre 2021
Fino al 1° ottobre all’Arsenale militare la VII edizione della fiera organizzata con la Marina italiana. Tra mezzi navali dismessi e nuovi sistemi d’arma, le delegazioni di 50 marine da tutto il mondo
«Vendesi cacciatorpediniere anni ’90 in ottimo stato, uniproprietario, tagliandato regolarmente, astenersi perditempo». Un annuncio in questi termini a La Spezia non c’è, ma al salone Seafuture 2021 l’usato della Marina militare italiana è uno dei pezzi forti dell’esposizione, assieme alla promozione delle aziende che producono sistemi d’arma e di sicurezza da vendere in giro per il mondo. Inaugurata ieri dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini, la fiera è sponsorizzata dai principali protagonisti italiani della produzione di sistemi d’arma come Fincantieri, Leonardo e Mbda. Molte le delegazioni straniere, tra cui numerosi paesi africani, mediorientali e asiatici che cercano anche navigli d’occasione per attrezzare le loro marine militari. Un evento anche quest’anno è stato accompagnato dalle critiche delle organizzazioni impegnate per la pace e il disarmo, riunite nel Comitato Riconvertiamo Seafuture.
All’inaugurazione il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha usato toni entusiastici: «Il rifinanziamento del fondo per gli investimenti della Difesa previsto dall’ultima legge di bilancio – ha dichiarato al taglio del nastro Guerini – ci ha consentito di promuovere mirate strategie per associare lo sviluppo delle capacità militare di cui il Paese necessita, al consolidamento dei relativi settori tecnologici industriali, proiettando investimenti stabili in ricerca e innovazione, con le più ampie ricadute sul piano economico e occupazionale».
La fiera bellica, nata a Genova negli anni ’80, aveva sollevato all’epoca la forte opposizione del movimento pacifista. Tanto da essere riconvertita in un evento diverso. Nel 2009 infatti l’appuntamento viene smilitarizzato e riapre i padiglioni a La Spezia come «fiera internazionale dell’area mediterranea dedicata a innovazione, ricerca, sviluppo e tecnologie inerenti al mare». Poi, dopo la legge navale del 2014, che ha stanziato quasi 5,5 miliardi di euro per l’ammodernamento della flotta militare italiana e la costruzione di una portaerei, la fiera di La Spezia rimette la divisa, con una spolverata di blue economy, innovazione e sostenibilità…..
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