Giorgio Beretta – Fonte: © Unimondo
22 agosto 2020
E’ inutile continuare a girarci attorno: l’azienda RWM Italia, tristemente nota per fornire le micidiali bombe aeree della serie MK 82-83-84 all’Arabia Saudita utilizzate per bombardare lo Yemen, è un’azienda che serve molto poco alle esigenze della nostra difesa e sempre meno ai Paesi alleati europei. E’ invece utilissima alla multinazionale tedesca degli armamenti Rheinmetall AG, che ne detiene l’intero controllo azionario, per le sue strategie aziendali internazionali. Un esempio? La gran parte della recente produzione della RWM Italia è diretta a Paesi extra Ue-Nato ed in particolare ai Paesi attivi nel conflitto yemenita come Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti verso i quali la Germania continua a vietare le esportazioni militari. Monarchie assolute islamiche che negli anni scorsi, grazie alla collaborazione proprio con la Rheinmetall e le sue controllate, hanno sviluppato in loco le proprie aziende di munizionamento che sono ormai in grado di produrre le stesse bombe prodotte dalla RWM Italia di Domusnovas in Sardegna e tra l’altro a prezzi molto più competitivi.
Pensare di utilizzare denaro pubblico per sostenere un’azienda che è parte di una florida multinazionale tedesca, la Rheinmetall AG, o anche per riconvertirla ad impieghi civili, sempre favorendo la multinazionale tedesca, significa di fatto una sola cosa: sottrarre risorse pubbliche necessarie al rilancio di un territorio con altissimi tassi di disoccupazione come quello del Sulcis Iglesiente. Un territorio che ha molte potenzialità, ma ha bisogno di sostegno e investimenti per sviluppare un’economia sostenibile, ambientalmente e tecnologicamente avanzata. Per questo RWM Italia va riportata alla sua funzione originaria che era quella di produrre per i Paesi UE e, se viene a mancare questa domanda, va lasciata al suo destino. Ma soprattutto, non va fatto alcuno sconto (concedendo fondi pubblici o nuove autorizzazioni per esportazioni verso Paesi a rischio) alla multinazionale tedesca e alla dirigenza italiana che negli anni scorsi hanno irresponsabilmente continuato a promuovere in Sardegna produzioni ed esportazioni di bombe che non sono concesse dal governo federale tedesco e da altri Paesi europei.
I dati e i fatti parlano chiaro anche se i soliti noti, incollati all’assistenzialismo di Stato e alla produzione bellica ad ogni costo “purché ci sia lavoro”, fanno finta di non vederli. Elenchiamoli tutti così forse se ne rendono conto….