Adil Mauro– Fonte: © L’Essenziale
16 maggio 2022
Il 26 gennaio un uomo ha fatto una strage a Licata, in provincia di Agrigento, uccidendo con diverse pistole quattro familiari – il fratello, la cognata e due nipoti adolescenti – per poi togliersi la vita. L’assassino, Angelo Tardino, aveva un porto d’armi per uso caccia. Ma questo è solo uno degli ultimi gravi casi di cronaca legati alla detenzione legale di armi da fuoco.
Due mesi prima, a Ercolano, in Campania, il camionista di 53 anni Vincenzo Palumbo aveva esploso undici colpi di pistola dal balcone della sua abitazione contro l’auto in cui si trovavano Tullio Pagliaro e Giuseppe Fusella, rispettivamente di 26 e 27 anni, uccidendo entrambi. Anche Palumbo deteneva legalmente l’arma.
Sempre nel 2021, ad aprile, Renzo Tarabella, pensionato di 83 anni, ha ucciso la moglie, il figlio disabile e i proprietari dell’appartamento in cui viveva con una pistola semiautomatica. Aveva una licenza di porto d’armi dal 1978.
Nel suo libro Sicurezza e legalità. Le armi nelle case degli italiani (Bonanno editore, 2019), Paolo De Nardis, professore di sociologia dell’università Sapienza di Roma, analizza il rapporto tra omicidi e armi detenute legalmente in Italia tra il 2007 e il 2017. In più del 45 per cento degli omicidi commessi in quel decennio “erano presenti delle criticità che avrebbero potuto far immaginare il pericolo di un omicidio”, scrive De Nardis. Nel 5,6 per cento dei casi l’autore dell’omicidio era stato già denunciato o aveva ricevuto una diffida, e in un caso perfino un trattamento sanitario obbligatorio. Nel 22 per cento dei casi “l’omicida aveva tenuto dei comportamenti indicativi (maltrattamenti, atti di violenza fisica o verbale)”, mentre più del 15 per cento mostrava sintomi di problemi psicologici gravi come depressione e paranoia.
Ad aprile la polizia di stato ha pubblicato i dati aggiornati sul numero di licenze di porto d’armi in corso di validità per tutte le categorie previste dalla legge: caccia, sport, difesa personale e guardie giurate. Negli ultimi anni il numero è cresciuto del 4,2 per cento e nel 2021 erano 1.222.537, con un aumento di quasi 50mila licenze rispetto al 2013….
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