Chiara Pizzimenti – Fonte: © Vanity Fair
18 ottobre 2021
Una ragazza di 15 anni è morta nel bresciano a causa di un colpo accidentale partito da un fucile legalmente detenuto dal padre. Incidenti come questo accadono ogni anno, ma molti di più sono gli omicidi e i femminicidi compiuti con armi legalmente detenute. In Italia non esistono dati ufficiali su quante siano le armi nelle case, anche quelle con regolare licenza
Un colpo accidentale partito da un fucile legalmente detenuto. È una disgrazia, un incidente quello che è avvenuto a San Felice sul Benano dove una ragazza di 15 anni è rimasta uccisa per un colpo partito da un fucile armato. Sarebbe stato il fratello 13enne a impugnare l’arma del padre che ha una licenza per uso venatorio e una decina di armi in casa. […]
Il problema delle armi nelle case degli italiani parte dai numeri. Non c’è un censimento completo neanche di tutte quelle legalmente detenute. Non esistono dati ufficiali del Ministero dell’Interno sul numero di armi legalmente detenute: le stime variano dagli 8 ai 10 milioni. Spiega Giorgio Beretta, analista di Opal, Osservatorio permanente sulle armi leggere: «La normativa italiana per il numero di armi detenibili è tra le più permissive in Europa, con una licenza per tiro sportivo o da caccia si possono tenere tre pistole, dodici fucili semiautomatici (tipo gli Ar-15, i più usati nelle stragi in America) e un numero illimitato di fucili da caccia. Le norme sono troppo blande e le licenze si possono ottenere con troppa facilità: non è richiesto né un esame tossicologico né una perizia psichiatrica nemmeno per gli anziani, tutto si basa su un’autocertificazione controfirmata dal medico curante e un breve esame all’Asl, simile a quello per ottenere e rinnovare la patente di guida».
Non è prevista una forma di assicurazione per le armi che si tengono in casa, ma solo per la licenza di caccia. Non ci sono nemmeno tasse sulle armi: solo due marche da bollo di 16 euro ogni 5 anni. Secondo Beretta avere una tassazione sulla detenzione di armi permetterebbe di avere un quadro più completo della loro presenza, ma darebbe anche la possibilità di istituire un fondo per le vittime e per fare un vero censimento della presenza di armi.
«Anche solo una tassa annuale di 12-15 euro potrebbe servire sia per digitalizzare tutte le armi, molte infatti sono ancora su registri cartacei, sia, soprattutto per creare un fondo per le vittime delle armi da fuoco legalmente detenute simile al fondo per le vittime di incidenti stradali» aggiunge Beretta. […]