Andrea Maggiolo – Fonte: © Today
21 maggio 2020
Dall’estate scorsa è in vigore la sospensione delle vendite di armi ad Arabia Saudita ed Emirati Arabi per il coinvolgimento nel conflitto in Yemen, ma lo scorso anno sono state rilasciate nuove autorizzazioni per quasi 200 milioni di euro. Dubbi sulle date esatte, Giorgio Beretta (OPAL) a Today.it: “Le autorizzazioni riguardano anche armi la cui esportazione dovrebbe essere stata sospesa, il parlamento chiarisca”.
Più chiarezza sulle autorizzazioni dell’export di armi italiane. Non tutto è chiaro, in base alle informazioni disponibili in questo momento. Procediamo con ordine. Da poco meno di un anno anno è in vigore la sospensione delle vendite di bombe d’aereo e missili verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti per il coinvolgimento nella lunga guerra in Yemen: bloccare l’esportazione fino a quando non ci sarà una svolta concreta nel processo di pace yemenita, questo il senso della mozione approvata in parlamento lo scorso giugno. Ma lo scorso anno sono state rilasciate nuove autorizzazioni per quasi 200 milioni di euro e le consegne definitive certificate dalle Dogane hanno raggiunto i 190 milioni di euro verso i due Paesi. Circa 95 milioni di euro consegnati agli altri membri della coalizione a guida saudita. Quasi 25 milioni di euro di controvalore per centinaia di bombe sono stati esportati verso l’Arabia Saudita.
“L’Italia è ancora protagonista negativa dei flussi di armi verso i Paesi coinvolti nel sanguinoso conflitto in Yemen, con altissimo tributo di vittime civili, distruzione di infrastrutture vitali e di un impatto umanitario devastante anche a causa di numerose ed accertate violazioni di diritti umani con possibili crimini di guerra. Una situazione inaccettabile e per la quale chiediamo immediati chiarimenti ed interventi a Governo e Parlamento” fanno sapere da Rete Italiana per il Disarmo e Rete della Pace sui dati emergenti dai documenti ufficiali ormai pubblici.
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“Se ci concentriamo sulle nuove autorizzazioni (cioè su quello che dal 2019 in poi è possibile produrre e poi esportare) troviamo l’Arabia Saudita all’undicesimo posto con ben 105,4 milioni di euro e gli Emirati Arabi Uniti al dodicesimo posto con 89,9 milioni” commenta Giorgio Beretta di OPAL Brescia. “Se nel secondo caso si tratta di un dimezzamento rispetto al record del 2018, per l’Arabia Saudita c’è invece una rilevante risalita dopo due anni di bassi volumi di licenze”. In tutto quasi 200 milioni di nuove autorizzazioni che almeno dal luglio 2019 non dovrebbero poter riguardare le due categorie già citate di armi. “Visti però i grandi volumi in gioco, in un certo senso inaspettati, chiediamo ora al Governo di chiarire quando tali licenze sono state rilasciate e e per che tipologia di sistemi d’arma. E chiediamo lo stesso anche a riguardo delle forniture reali effettuate nel 2019”, conclude Francesco Vignarca…