di Redazione – Fonte: © Pagella politica
22 giugno 2021
La tragedia di Ardea, comune a sud di Roma dove lo scorso 13 giugno un uomo di 34 anni ha ucciso a colpi di pistola due bambini e un anziano, ha contribuito a riaccendere il dibattito relativo alle leggi sulle armi in Italia. […]
Quindi, se secondo le normative il Ministero dell’Interno dovrebbe ricevere notifica ogni volta che un’arma viene acquistata, ceduta o anche spostata dal luogo in cui viene abitualmente conservata (e in questo modo le autorità dovrebbero conoscere nel dettaglio chi possiede armi, quante ne detiene, per cosa le usa e dove le conserva), nella prassi spesso le cose non vanno così.
I dati sulle armi legalmente possedute, che come abbiamo detto sono consultabili solamente dalle forze dell’Ordine, è probabile che siano incompleti perché alcune armi non vengono denunciate correttamente – come appunto successo ad Ardea – sia perché il proprietario non è a conoscenza delle norme che per motivi meno innocenti. Possiamo quindi dire che se per i cittadini e per i giornalisti è sicuramente impossibile conoscere esattamente quante armi sono detenute in Italia, è molto probabile che nemmeno le autorità abbiano un quadro completo e aggiornato della situazione.
La mancanza di trasparenza riguardo alla circolazione di armi nel nostro Paese è una tra le critiche principali avanzate da Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa di Brescia, un centro di ricerca che intende contrastare la circolazione delle armi: «Come è possibile che sappiamo tutto sulle automobili in Italia, e il ministero dei Trasporti dice anche il numero di persone che vengono bocciate all’esame di guida [dati consultabili qui n.d.r.> e non sappiamo niente sulle armi?» ha detto a Pagella Politica.[…]