Giorgio Beretta – Fonte: © Amnesty International Italia
14 novembre 2019
…Il rapporto Eures documenta inoltre che da diversi anni l’ambito familiare e di prossimità rappresentano il luogo di maggior rischio per l’incolumità e la vita delle persone, in particolare delle donne.
Tra il 2000 e il 2018, hanno trovato la morte nell’ambito familiare 2265 donne, i tre quarti delle vittime femminili di omicidio. Nel 2018, ben l’83,4 per cento delle 130 donne assassinate in Italia è stata uccisa da un familiare, da un partner o ex partner.
La famiglia è dunque un luogo pericoloso. A fronte di un consistente calo dagli anni Novanta degli omicidi compiuti dalla criminalità organizzata e comune, quelli in famiglia sono rimasti sostanzialmente stabili. Ciò significa che, mentre gli omicidi della criminalità, mafiosa e comune, si possono ridurre con adeguate misure di prevenzione e controllo, è molto più difficile ridurre la piaga degli omicidi familiari: dipendono soprattutto da una cultura patriarcale che vede la donna e i figli come una proprietà insindacabile.
Tutto questo rende urgenti non solo controlli più accurati sui legali detentori di armi, in particolare in presenza di situazioni stressanti (separazioni, depressione, malattie croniche, anzianità, ecc.), ma soprattutto rende urgente un’ampia revisione delle norme per le licenze…