di Alessio Lerda – Fonte: @ Riforma.it
27 luglio 2021
L’omicidio di Voghera ha riacceso il dibattito sul possesso di armi. Il commento di Giorgio Beretta di Opal
La sera del 20 luglio a Voghera Youns El Boussettaoui, 39 anni, è morto per un colpo di pistola sparato da Massimo Adriatici, assesore leghista alla Sicurezza del comune che, secondo alcune testimonianze e le sue stesse dichiarazioni, era solito girare armato per la città.
Sulla specifica dinamica dei fatti si esprimerà la giustizia, che al momento vede convalidato l’arresto di Adriatici per eccesso di legittima difesa. L’episodio ha però rinfocolato il dibattito pubblico sull’uso di armi in Italia, argomento spesso lasciato in disparte e forse abbinato più ad altri paesi (come gli Stati Uniti) che al nostro.
Giorgio Beretta, attivista di Opal (Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e le Politiche di Sicurezza e Difesa) e di Rete Italiana Pace e Disarmo smentisce, almeno in parte, questa visione. «C’è un problema molto grosso sulla facilità con cui si ottiene una licenza per armi in Italia» ha detto ai microfoni di Cominciamo Bene, su Radio Beckwith Evangelica. Questo, specifica, non vale per la licenza per difesa personale che ha l’assessore di Voghera, «che è molto difficile da ottenere, perché permette di portare le armi con sé in ogni momento. Ma ci sono poi altre tre licenze: quella per uso sportivo, per caccia e per nulla osta (ovvero, la possibilità di tenere un’arma in casa). Queste sono invece molto facili da ottenere: basta essere incensurati, non avere malattie psichiche, non essere alcolisti o tossicodipendenti. Dopo un breve esame, si può ottenere la licenza»[…]