Stefano Iannaccone – Fonte: © Addio alle Armi
04 luglio 2018
La vera emergenza in Italia non sono furti e rapine, ma delitti commessi con armi legalmente detenute. Giorgio Beretta (nella foto), analista dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere di Brescia (Opal), racconta dati alla mano l’attuale situazione: nel 2017 ha contato almeno 40 vittime per casi del genere. E sottolinea: in Italia è più facile avere un porto d’armi che la patente, e con una nuova legge sulla legittima difesa ci potrebbe essere una corsa a pistole e fucili. In questa intervista, l’esperto propone anche delle soluzioni per diminuire i rischi di un Far west all’italiana.
Una recente ricerca del Censis evidenzia che in Italia cresce la voglia di armarsi per avere più sicurezza?
In un certo senso sì, ma bisogna fare attenzione. La ricerca del Censis riporta un aumento, dal 26% del 2015 al 39% del 2018, di persone che si sono dette favorevoli “a modificare la legge sul porto d’armi rendendo meno rigidi i criteri per poter disporre di un’arma per la difesa personale”. Questo dato – come spiega il Censis – rivela innanzitutto una crescente e pericolosa propensione alla “sicurezza-fai-da-te”: è un desiderio che si riscontra soprattutto tra le persone meno istruite (il 51% tra chi ha al massimo la licenza media) e tra gli anziani (il 41% degli over 65 anni). Si tratta, però, di una tendenza che non è supportata dall’effettivo aumento dei reati e dei crimini che anzi – come riporta il Censis – sono tutti in calo, ma che va attribuita alla “percezione di insicurezza”: non a caso ad essere più preoccupate della criminalità sono le persone con redditi bassi che vivono in contesti più disagiati. Va evidenziato, invece, un dato rilevante che si ricava dal rapporto: nonostante le forze politiche conservatrici e della destra, sostenute da giornali e televisioni, continuino a soffiare sul fuoco delle paure, più del 60% degli italiani non è affatto favorevole ad introdurre norme meno severe sul porto d’armi. La maggior parte degli italiani infatti consapevole che una proliferazione delle armi non porta affatto maggior sicurezza ma che invece, come accade negli Stati Uniti, accresce l’insicurezza generale, contribuisce all’aumento di reati sempre più violenti, incrementa il numero di vittime innocenti e di morti.
Vede un rischio di americanizzazione della società italiana?
Se per “americanizzazione” si intende l’intenzione di armarsi e la sua legittimazione culturale e sociale, il rischio è evidente. La tendenza a giustificare il possesso e l’uso delle armi è però molto pericolosa. Come evidenzia il Rapporto Censis, «Il rischio è di un aumento non controllato dei cittadini armati che, a fronte della presenza di una forte insicurezza tra la popolazione, potrebbe portare ad una pericolosa “americanizzazione” della società civile, con un aumento esponenziale di quanti sparano e di quanti uccidono». Al riguardo il Censis avverte: «Con il cambio delle regole e un allentamento delle prescrizioni, ci dovremmo abituare ad avere tassi di omicidi volontari con l’utilizzo di armi da fuoco più alti e simili a quelli che si verificano oltre Oceano. Le vittime da arma da fuoco potrebbero salire in Italia fino a 2.700 ogni anno, contro le 150 attuali, per un totale di 2.550 morti in più». Un dato su cui dovrebbe meditare chi parla di modificare la legge sulla legittima difesa…leggi tutto l’articolo