La Lega prova la doppietta: “Più facile acquistare e possedere armi”

Andrea Maggiolo – Fonte: © Today

Armi, c’è una proposta della Lega per agevolarne l’acquisto e la detenzione in casa. Due discorsi distinti, secondo i promotori: non c’entra nulla la nuova legge sulla legittima difesa appena approvata in parlamento. Ma qualsiasi osservatore indipendente non può non notare che i temi siano intimamente connessi: al centro di entrambi ci sono armi in mano ai cittadini e norme che si allentano. Salvini però frena: “La proposta non arriverà in Parlamento”.

In Italia esiste una lobby delle armi?

Davvero c’è bisogno di più armi in circolazione? Ci sono altri elementi che meritano di essere sottolineati e che suggerirebbero prudenza: nel nostro Paese il Viminale non ha mai reso noto il numero di armi legalmente detenute in Italia (le stime variano dai 10 ai 12 milioni), ma non rende pubblico nemmeno il numero complessivo di tutte le licenze rilasciate ed in vigore.

E poi la “domanda delle domande”: esiste in Italia, in scala minore, una lobby delle armi (tutto legittimo, s’intende) paragonabile alla famosa National Rifle Association (Nra) degli Stati Uniti? Noi l’abbiamo chiesto un anno fa a Giorgio Beretta, analista del commercio internazionale e nazionale di sistemi militari e di armi comuni, che svolge la sua attività di ricerca per l’Osservatorio permanente sulle armi leggere e politiche di sicurezza e difesa (Opal) di Brescia: “Sì, in scala minore, ma già c’è. E’ una lobby nata qualche anno fa, su impulso di alcuni gruppi di sedicenti “appassionati di armi”, per contrastare l’introduzione a livello europeo di norme comuni più rigorose sull’accesso e la detenzione di armi. Questa lobby, usando gli stessi metodi di propaganda, anche di tipo denigratorio, impiegati dalla NRA è cresciuta presentandosi come paladina della difesa dei “diritti” dei legali detentori di armi. La loro reale intenzione è quella di introdurre nell’ordinamento nazionale, ma anche europeo, un fantomatico “diritto alle armi”: il possesso di armi viene infatti presentato da questi gruppi come “diritto” e costituirebbe una panacea ai problemi della sicurezza a seguito dell’immigrazione incontrollata e di altri fenomeni di piccola criminalità. E’ evidente la relazione tra queste istanze e quelle promosse in Italia da fazioni e gruppi, anche politici, che cavalcano l’ondata xenofoba e razzista. Non a caso i principali interlocutori politici di questa lobby sono alcuni partiti della destra a cominciare dalla Lega, il cui segretario, Matteo Salvini, ha sottoscritto un impegno con un Comitato nazionale, sostenuto dai maggiori produttori di armi italiani, appunto per “difendere i diritti” dei detentori di armi e rivedere le norme sulla legittima difesa”.

In una successiva intervista abbiamo chiesto sempre a Beretta quali pressioni sia realmente in grado di attuare tale lobby: “Ha un peso e un’influenza molto forti – diceva Beretta a Today.it – Innanzitutto perché questa lobby si è attivata già da tempo, in particolare presso gli esponenti dei partiti più conservatori e della destra, per promuovere norme più permissive sul porto d’armi e sulla difesa armata. Ma soprattutto perché, sfruttando i rapporti che intrattiene con i produttori di armi e le loro associazioni di categoria, questa lobby utilizza tutti i canali per fare pressioni, più o meno trasparenti, sui rappresentanti politici”… leggi tutto l’articolo