In ricordo di Marco Tamborini

Marco Tamborini ci ha lasciati venerdì 27 dicembre dopo una lunga malattia. Il ricordo di Elio Pagani, suo amico e compagno di lotte per la pace, la giustizia sociale, la riconversione dell’industria bellica e la difesa dei diritti dei lavoratori. OPAL si unisce al ricordo di Elio e porge sentite condoglianze alla moglie Anna e alla figlia Elisa

Marco si è spento dopo una lunga resistenza ad un male incurabile rimanendo sereno fino all’ultimo pur consapevole di essere giunto al termine del percorso della sua vita materiale.

Ma egli rimarrà vivo nei nostri cuori perché non ha mai cessato di lottare ed operare per la pace e la giustizia, e la sua vita rimarrà un esempio per tutti.

Nel 2018 Marco è stato tra i fondatori del Centro di Documentazione “Abbasso la Guerra OdV”, che conta oltre 100 iscritti e che opera con la sua biblioteca specializzata (più di 2000 testi) presso il Castello dei Missionari Comboniani di Venegono Superiore. Fino alla sua morte è stato attivo nell’Organo di Amministrazione della associazione in qualità di Consigliere eletto.

Nei primi anni ’70 fu protagonista delle lotte per il rinnovamento del sindacato e della sua rappresentanza, contribuendo a creare in Aermacchi (oggi unità produttiva di Leonardo) il “Consiglio di Fabbrica” eletto direttamente dai lavoratori, in sostituzione della “Commissione Interna” nominata dall’alto delle OO.SS.. Contribuì a livello locale a creare la FLM Federazione Lavoratori Metalmeccanici, struttura unitaria in sostituzione delle sezioni metalmeccaniche della CGIL-CISL-UIL, entrando negli organi dirigenti territoriali. Sciolta la FLM si iscrisse alla FIM CISL, assumendo anche qui ruoli direttivi.

Nel contesto delle grandi lotte di allora era in prima linea nel rivendicare e difendere i diritti dei lavoratori sia dentro Aermacchi, che fuori, anche con lo scopo di contribuire a far maturare la “Classe operaia” dalla sua condizione “in sé” ad una “per sé”.

Ha condiviso così le lotte per la giustizia internazionale, contro il neocolonialismo, contro il neoimperialismo e poi contro il militarismo riemergente.

Si trattò di passare da una lotta per il solo salario, ad una lotta per una organizzazione del lavoro rispettosa dei diritti e della salute dei lavoratori, rendendo prioritaria l’attenzione alla sicurezza e salubrità nei luoghi di lavoro, puntando a riduzioni dell’orario di lavoro in modo che fosse più compatibile con il diritto a vivere meglio il tempo di non lavoro. Altri obiettivi: difendere la dignità di ciascun lavoratore in quanto cittadino, abolire o ridurre le disuguaglianze, ad esempio tra uomini e donne, contribuire alla lotta per la tutela del creato, rendere coerente l’internazionalismo, la solidarietà tra i popoli con il tipo di produzione aziendale.

Per quest’ultima ragione Marco ha condiviso le denunce contro le esportazioni di armi e velivoli militari (compreso quelli di Aermacchi), verso Paesi in guerra o che violavano i diritti umani, che si reggevano (Sudafrica) o si reggono (Israele) sull’apartheid, o che destinavano o destinano le risorse al settore militare anziché a quello sociale, danneggiando le popolazioni.

Marco, assieme ad un collettivo di lavoratori, e al “Comitato Contro i Mercanti di Morte” ha lottato per ottenere una legge per il controllo e la limitazione dell’esportazione di armi (che poi è arrivata nel 1990, la Legge 185) e per la riconversione dell’industria bellica. Per queste lotte nel 1991 è stato espulso da Aermacchi col gruppo di lavoratori riconvertisti che condivideva la sua lotta.

Una volta fuori dalla fabbrica è stato copromotore del Comitato “Cassaintegrati Aermacchi per la Pace e il Diritto al lavoro” e qualcuno ancora ricorderà la “Roulotte per la Pace”, dei cassaintegrati, posta nel gennaio 1991 in piazza “del Garibaldino” a Varese, che diventò punto di riferimento per il movimento per la pace varesino contro il coinvolgimento italiano nella 1^ guerra del Golfo, in violazione dell’art. 11 della Costituzione.

Un altro obiettivo di quella presenza era quello di opporsi al rilancio della produzione bellica in Aermacchi, con la reintroduzione in produzione degli ultimi lotti del cacciabombardiere AMX, tagliati dagli accordi CFE per la sicurezza in Europa e resi obsoleti dalla fine della guerra fredda. Uno degli obiettivi di questa lotta era tentare di scongiurare che il sindacato divenisse pedina del Complesso Militare Industriale.

Marco è stato tra i promotori della Legge regionale lombarda per la riconversione dell’industria bellica, che iniziò ad operare nel 1993 e nella cui Agenzia, che fu presto disattivata, è stato rappresentante della società civile.

In cassa integrazione studiò, assieme ad altri, il Nuovo Modello di Difesa del 1991 svelando come esso avrebbe cambiato ogni cosa condizionando in senso interventista la nostra politica estera e militare, in violazione dell’articolo 11 della Costituzione, legittimando interventi militari in tutto il mondo per difendere i nostri interessi economici.

Da quello studio nacque un libro “Nuovo ordine militare internazionale. Strategie, costi, alternative” rimasto punto di riferimento per il movimento pacifista.

Era ormai chiaro che lottare contro la Guerra significava lottare anche contro tutto ciò che la rende possibile, a partire dai Concetti strategici offensivi e dalle alleanze militari (come la NATO) che li adottano, oltre che contro la spesa, la R&S e produzione bellica, le esportazioni di armi, le basi e le servitù militari.

Marco fu uno dei protagonisti locali, nei primi anni ’80, della lotta contro gli Euromissili e, fino a pochi giorni fa, era attivo contro le armi nucleari presenti a Ghedi ed Aviano.

E tante, tante altre lotte lo hanno visto protagonista.

La salma di Marco Tamborini è ora esposta presso la camera ardente della Fondazione Molina, in viale Borri, 133 a Varese. Le esequie funebri si terranno lunedì 30 dicembre alle 14.30 presso la Chiesa parrocchiale di Buguggiate, preceduti dalla recita del Rosario.

Ciao carissimo Marco. Grazie. Un abbraccio

Elio Pagani (Presidente di Abbasso la Guerra OdV)

Foto: Pressenza