Giorgio Beretta – Fonte: © La Rivista il Mulino
23 luglio 2019
23 luglio 2019
Nei giorni scorsi, l’istituto Eures di Ricerche Economiche e Sociali ha pubblicato il Rapporto su caratteristiche, dinamiche e profili di rischio dell’omicidio in famiglia (qui la sintesi). Il rapporto merita attenzione non solo perché rappresenta la prima analisi in Italia dedicata specificamente a questo argomento, ma soprattutto perché inquadra, sulla base di un’ampia serie di dati statistici, l’omicidio famigliare nel contesto del fenomeno omicidiario a livello nazionale, ne riporta la dimensione e l’andamento negli ultimi venti anni (dal 2000), la caratterizzazione geografica e territoriale, esamina la relazione tra vittima e autore con particolare riguardo alle relazioni di parentela, affettive o funzionali esistenti tra i due e, significativamente, prende in esame anche la dinamica e lo strumento utilizzato per compiere l’omicidio.
Il rapporto di Eures dedica una iniziale specifica attenzione anche alla modalità di acquisizione delle armi utilizzate negli omicidi in famiglia e nelle coppie. Sulla base delle informazioni accessibili da fonti aperte (giornali, internet, ecc.), nel 2018 in almeno 42 casi (pari al 64,6%) negli omicidi famigliari, l’assassino risultava in possesso di un regolare porto d’armi, di cui in 10 casi per motivi di lavoro, mentre nei restanti 23 casi (pari al 35,4%) l’arma utilizzata non risultava regolarmente detenuta. Il dato è compatibile con le informazioni presenti nel database dell’osservatorio Opal che nel 2018 riporta 52 casi di omicidi, di ogni tipo, con armi legalmente detenute. Sempre nel 2018, nei femminicidi di coppia, in 20 casi (pari al 69% del totale dei compiuti con un’arma da fuoco) l’omicida deteneva regolarmente l’arma di cui si è servito per uccidere la propria compagna: in 5 casi il porto d’armi era stato rilasciato per motivi di lavoro, trattandosi di 4 guardie giurate e di un finanziere. Minoritari risultano invece i casi in cui l’autore ha ucciso la propria compagna o ex compagna servendosi di un’arma detenuta irregolarmente (9 vittime, pari 31% dei casi)… leggi tutto l’articolo