Il made in Italy che contribuisce al massacro messicano

Carlo Tombola – Fonte: © Ricerche Coordinamento scientifico OPAL
12 novembre 2019

 

Il made in Italy che contribuisce al massacro messicano

La maggior parte delle armi esportate in Messico proviene dagli Stati Uniti, ma la maggior parte di quelle non americane è fabbricata in Italia.

Negli ultimi dodici anni, l’Italia è stata il secondo esportatore di armi da fuoco e munizioni non militari, superando di molto altri importanti esportatori come Repubblica Ceca, Spagna, Francia, Austria, Belgio, Corea del Sud e Israele. I produttori italiani hanno venduto e immesso nel mercato messicano circa 10.000 pistole e revolver e 1.100 fucili all’anno in media, negli ultimi dodici anni. Molte ‘armi civili’ italiane sono state vendute anche in Colombia e Guatemala, probabilmente alimentando i locali mercati illegali e semilegali.

Nello stesso periodo tra 2007 e 2018, il Messico è stato il secondo maggior cliente latino-americano dell’industria militare italiana, dopo il Brasile. Insieme ai grandi sistemi d’arma prodotti da Leonardo Spa, l’export militare italiano verso il Messico è dominato dalle armi leggere prodotte dal gruppo Beretta: nei dodici anni considerati, Beretta ha venduto armi per almeno 50 milioni di euro di valore (dato approssimativo, in considerazione della difficoltà di leggere correttamente la Relazione governativa italiana sull’export di armi).

Cos’ha venduto Beretta alle forze armate messicane?

Alcuni modelli di armi Beretta esportati in Messico.

– 17.150 fucili d’assalto automatici SCP 70/90 (calibro 5,56×45 NATO) e 23.000 parti di ricambio relative, in particolare caricatori da 30 colpi che consentono il tiro a raffica alla cadenza di 670 colpi al minuto e a una distanza superiore ai 300 m;
– 19.000 fucili d’assalto ARX 160 (calibro 5,56×45 NATO) e 16.000 parti di ricambio
– 650 lanciagranate GLX 160, adattabili sia al fucile 70/90 che all’ARX 160
– 303 fucili di precisione Sako TRG 22;
– 3.030 pistole calibro 40;
– 505 fucili calibro 22LR;
– 505 pistole calibro 22LR;
– 13.130 pistole calibro 9×19;
– 2.020 pistole calibro 9 corto o .380 auto;
– 1,010 fucili Stoeger calibro 12.

Il catalogo delle armi Beretta include numerosi ‘mar­chi’ (Beretta, Benelli, Stoeger, Sako) fabbricati anche fuori dell’Italia. Il management del gruppo può orga­nizzare la vendita all’estero di armi senza lasciare tracce statistiche in Italia, evitando le strette limitazio­ni della legge italiana sul controllo dell’export. Per fare questo, Beretta può servirsi dei trasferimenti infra-gruppo tra le sue fabbriche italiane (situate a Gardone Val Trompia e Urbino) e quelle situate in Turchia (Stoeger Silah Sanayi di Istanbul), e Finlandia (Sako di Riihimäki).[1]

Beretta può anche esportare armi in Messico attraverso la sua controllata Beretta USA (con sede a Gallantin, Tennessee, nei pressi di Nashville). Quindi anche Beretta USA partecipa al fiume di armi che si riversa dagli USA al Messico. Rispetto alle Beretta prodotte in Italia, quelle made in USA presentano pochissime differenze, tra cui l’assenza della punzonatura del Banco Nazionale di Prova, obbligatoria per tutte le armi prodotte in Italia (come avviene in quasi tutti gli altri paesi europei).

La nostra analisi si concentra sulle armi da fuoco, ma l’Italia esporta in Messico anche grandi quantità di munizioni. Una società italiana, Fiocchi Munizioni, ha esportato 270 tonnellate di munizioni in Messico nei dodici anni considerati, per un controvalore di 1,5 milioni di €. Fiocchi Munizioni controlla anche una società sussidiaria negli Stati Uniti, Fiocchi of America (con sede a Ozark, Missouri).

Dove finiscono le armi italiane esportate in Messico?

Tutte le polizie dei 32 stati che compongono la Repubblica federale messicana hanno acquistato armi Beretta nel periodo 2006-2018. Secondo il Segretariato della Difesa nazionale messicano (SEDENA, a cui fa capo l’esercito), oltre 113.000 armi Beretta (85.941 armi corte e 27.292 armi lunghe) sono state vendute alle polizie messicane tra 2007 e 2017. Fucili di precisione Sako sono andati alla polizia dello Stato di Chihuahua, così come alle polizie di altri 21 stati messicani. Inoltre, l’esercito messicano – il solo ente autorizzato a vendere armi ai privati in Messico – vende al pubblico fucili Beretta calibro 12.

Tra gli utenti finali di armi Beretta troviamo polizie con documentate violazioni dei diritti umani e collusioni con gruppi criminali organizzati. Ad esempio, secondo la documentazione processuale i poliziotti municipali che nel 2014 hanno attaccato e fatto sparire con la forza 43 studenti presso Ayotzinapa (Guerrero) erano armati con fucili d’assalto Beretta SCP 70/90. Ricevute di vendita di armi compilate da SEDENA indicano che oltre 6.500 armi Beretta sono state vendute alla polizia di Guerrero tra 2007 e 2014, nonostante le documentate prove di gravi abusi commessi dalla polizia locale e la sua collusione con gruppi della criminalità organizzata.

Su 5 armi vendute alla polizia di Guerrero tra 2010 e 2016, una è stata rubata o ‘perduta’, e molte sono finite nelle mani della criminalità organizzata.[2] Oltre 5.400 armi Beretta sono state smarrite o rubate alle polizie messicane tra 2000 e 2015, secondo dati dell’esercito messicano.[3] La polizia dello stato di  Nuevo León (che confina con il Texas), che ha acquistato almeno 8.772 armi Beretta a partire dal 2006, è stata definita dal suo nuovo direttore Aldo Fasci «in crisi di corruzione e crimine», e coinvolta nel traffico d’armi nella prigione di Stato.[4] La polizia di Veracruz, ritenuta responsabile di oltre 15 omicidi commessi dagli ‘squadroni della morte’[5], ha acquistato almeno 6.500 armi Beretta dopo il 2009, secondo i registri di vendita di SADENA.

Gli standard europei per il controllo degli utenti finali

La legge italiana 185/1990, concernente i soli trasferimenti di armi e munizioni militari, nega la licenza di esportazione «quando manchino adeguate garanzie sulla definitiva destinazione dei materiali». La Posizione Comune Europea ECP/2008[6] elenca otto criteri per concedere licenze d’esportazioni di materiali militari, tra cui il rispetto dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale nei paesi destinatari finali. Così le autorizzazioni dovrebbero essere negate quando «c’è un chiaro rischio che la tecnologia militare o le attrezzature da esportare potrebbero essere usate nella repressione interna», in particolare in «paesi in cui serie violazione dei diritti umani sono state accertate da competenti rappresentanti dell’ONU, dell’Unione Europea o del Consiglio d’Europa». Ulteriori criteri riguardano tensioni interne o conflitti armati, la stabilità internazionale e «la probabilità che la  tecnologia militare o le attrezzature da esportare sarebbero usate per scopi differenti dalla legittima sicurezza nazionale e la difesa del paese importatore».


Per maggiori informazioni e per iniziative contattare:

Carlo Tombola, Coordinamento scientifico OPAL

Osservatorio Permanente Armi Leggere e Politiche di Sicurezza – Brescia

www.opalbrescia.org

++39 349 6751366

John Lindsay-Poland,

Stop U.S. Arms to Mexico’s

www.stopusarmstomexico.org

+1 510 282 8983

[1]    Per il diritto civile italiano, tutte le società di capitali devono depositare e  rendere pubblico il bilancio annuale e, nel caso di gruppi industriali, anche un bilancio ‘consolidato’. Beretta Holding (ora Beretta Industrie) indica nei suoi bilanci consolidati ‘rapporti infragruppo’.

[2]    Vedi Mexican Commission for the Defense and Promotion of Human Rights e Stop U.S. Arms to Mexico, Gross Human Rights Abuses: The Legal and Illegal Gun Trade to Mexico, 2018, in: https://stopusarmstomexico.org/gross-human-rights-abuses-the-legal-and-illegal-gun-trade-to-mexico/.

[3]    Secretaría de la Defensa Nacional (SEDENA), risposta alla richiesta di accesso civico, 8 gennaio, Folio 0000700212715.

[4]    Jesús Padilla, “Crimen y corrupción en seguridad,” Reporte Indigo, January 7, 2019, in: https://www.reporteindigo.com/reporte/crimen-y-corrupcion-en-seguridad-exhibe-aldo-fasci-solicita-apoyo-gobernador/.

[5]    Associated Press, “Mexican police allegedly used near death-squad tactics”, 28.2. 2018, in: http://www.nydailynews.com/newswires/news/world/mexican-police-allegedly-death-squad-tactics-article-1.3846863.

[6]    La Posizione Comune del Consiglio europeo 2008/944/CFSP dell’8 dicembre 2008 definisce regole comuni per il controllo dell’export di tecnologie e attrezzature militari, ed è scaricabile in italiano qui: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=CELEX:32008E0944&from=EN.

 

 


RASSEGNA STAMPA