Nel 2018 sono oltre 80 i Paesi del mondo destinatari di licenze per armamenti italiani. Ai vertici della classifica ci sono Qatar, Pakistan, Turchia ed Emirati Arabi Uniti. Seguiti da Germania, Stati Uniti, Francia, Spagna e Regno Unito. La top ten è completata dall’Egitto. Sono i dati contenuti nella Relazione governativa sull’export italiano di armamenti con i dati di autorizzazione e vendita riferiti al 2018. “Fondamentale e preoccupante constatare che, considerando le licenze singole e non i programmi intergovernativi, il 72% delle autorizzazioni è rivolto a Paesi non appartenenti all’Ue o alla Nato ma per il 48% rimangono a Paesi del Medio Oriente e Nord Africa – scrive Rete Disarmo – Siamo di fronte a un record storico per questo tipo di suddivisione con una tendenza che appare contraria a quanto i legislatori prevedevano nel 1990 approvando la legge 185. Ancora una volta il risultato è chiaro – continuano – : gli affari armati dell’industria militare italiana si indirizzano maggiormente fuori dalle alleanze internazionali dell’Italia e verso le zone più instabili del mondo”.
“Il Governo Conte deve rispondere a una semplice domanda – dice Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio Opal di Brescia – : è davvero intenzionato a sospendere l’invio delle micidiali bombe aeree all’Arabia Saudita o, come i precedenti governi Renzi e Gentiloni, sta solo cercando ogni scappatoia burocratica per evitare di prendere una decisione?”. Come noto, continua Beretta, “il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella conferenza stampa del 28 dicembre 2018 ha affermato che il governo italiano è contrario alla vendita di armi all’Arabia Saudita e che si tratta solamente di formalizzare questa posizione: finora, però, non risulta alcun atto di sospensione nè di revoca delle forniture di armamenti all’Arabia Saudita. Non solo. Per promuovere nuovi ordinativi militari con i Paesi del Golfo Persico e in particolare con l’Arabia Saudita, il ministero della Difesa ha promosso la campagna navale della fregata Fremm Carlo Margottini che ha partecipato al “Naval Defence Exhibition” (Navdex 2019) di Abu Dhabi per promuovere le attività dell’industria militare italiana e successivamente ha fatto scalo a Kuwait City (Kuwait), a Damman (Arabia Saudita) e a Muscat (Oman), ritornando a Gedda (Arabia Saudita) alla fine di aprile”.
“La normativa italiana e il Trattato dell’Onu sul commercio di armi (Att) offrono gli strumenti giuridici e legali per sospendere queste forniture. Non è necessario modificare la legge 185 del 1990 – conclude Beretta – Occorre invece un atto politico del governo e un decreto del ministero degli Esteri. Se il Movimento 5 Stelle e il ‘governo del cambiamento’ intendono assumersi questa responsabilità troveranno l’appoggio di tutte le nostre associazioni che da anni chiedono il blocco delle forniture militari che l’Arabia Saudita impiega nei bombardamenti indiscriminati in Yemen”… leggi tutto l’articolo