Gianni Rosini – Fonte: © Il Fatto Quotidiano
31 luglio 2020
Lo si scopre sfogliando i report annuali che ogni Stato che aderisce al Trattato sul commercio delle armi (Att) del 2013 (votato all’unanimità dal Parlamento italiano) deve inviare alle Nazioni Unite. Roma ricorre in maniera sistematica, su tutti i prodotti esportati, alla cosiddetta clausola di riservatezza. Uama: “Relazione inviata senza chiedere autorizzazione politica”. Di Stefano: “Stiamo valutando se continuare con questa prassi”.
L’Italia è uno dei Paesi meno trasparenti di tutta l’Unione europea quando si tratta di rendere conto a livello internazionale della vendita di armamenti ad altri Stati. Lo si scopre sfogliando i report annuali che ogni Stato che aderisce al Trattato sul commercio delle armi (Att) del 2013 (votato all’unanimità dal Parlamento italiano) deve inviare alle Nazioni Unite fornendo un resoconto delle armi e dei mezzi militari venduti o acquistati. Negli ultimi quattro anni, a partire dal report del 2017 (in riferimento all’anno 2016), quando alla guida del governo c’era Paolo Gentiloni, Roma indica esclusivamente il tipo, ma non il modello, del prodotto esportato e, soprattutto, non specifica mai verso quali Paesi viene effettuata l’esportazione, avvalendosi della clausola di riservatezza.
Il tema è stato sollevato da Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (Opal Brescia) e di Rete Disarmo, nel corso di un’audizione informale alla commissioni Affari Esteri della Camera, il 21 luglio: “L’Italia è uno dei Paesi meno trasparenti dell’Unione europea in materia di esportazioni di armamenti – ha dichiarato. Non solo da quattro anni non comunica alle Nazioni Unite le informazioni richieste ma, per farlo, si avvale di una clausola del Trattato sul commercio di armamenti, senza averlo mai comunicato né motivato al Parlamento. Tale mancanza di informazioni non è attribuibile a problemi di natura tecnica, ma risponde a una precisa decisione assunta in sede politica che però non è chiaro da chi sia stata assunta”.
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Foto da “il Fatto Quotidiano”