Export di armi, il Parlamento verso una maggiore trasparenza

Alice Facchini – Fonte: © Redattore Sociale
22 luglio 2020

Francesco Vignarca, coordinatore della Rete italiana per il disarmo, è stato ricevuto dalla Commissione affari esteri della Camera dei Deputati per parlare della regolamentazione sulle compravendite di armamenti: “È stata un’occasione unica: finalmente c’è un impegno politico per superare le attuali incongruenze”

In questo momento riscontriamo una congiuntura favorevole: ci sono le premesse per il miglioramento della trasparenza dei meccanismi di autorizzazione alla compravendita di armi. Era da anni che non c’era tanta attenzione su questo tema”. A parlare è Francesco Vignarca, coordinatore della Rete italiana per il disarmo, che ieri è stato ricevuto in audizione alla Commissione affari esteri della Camera dei Deputati. Con lui c’era anche l’analista di Opal Brescia (Osservatorio permanente sulle armi leggere), Giorgio Beretta. Per regolare la compravendita di armi in Italia, infatti, esiste la legge 185 del 1990, che prevede il controllo del Parlamento sulle importazioni e le esportazioni di armamenti, attraverso una relazione annuale che riporta operazioni autorizzate e svolte l’anno precedente. Ad esempio, per legge sono vietate le esportazioni verso paesi implicati in un conflitto armato o i cui governi sono responsabili di accertate violazioni di diritti umani, ma questa relazione è in certi aspetti carente e poco chiara, e questo fa sì che i deputati non abbiano tutti gli strumenti per valutarla.

“L’audizione di ieri è stato un passaggio fondamentale: era da più di dieci anni che il parlamento non analizzava la relazione – continua Vignarca –. È stata un’occasione più unica che rara per parlare delle dinamiche dell’export di armi, degli aumenti degli ultimi anni, ma anche dei problemi strutturali nelle dinamiche di decisione e di trasparenza. Abbiamo riscontrato una grande disponibilità della Commissione a lavorare per migliorare la chiarezza e la completezza della relazione, ma anche del processo di autorizzazione. E anche il direttore di Uama (Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento del Ministero degli affari esteri, n.d.r.), Alberto Cutillo, ha raccolto le nostre sollecitazioni e si è reso disponibile a valutare eventuali miglioramenti”.