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di Giorgio Beretta* e Mao Valpiana** – Fonte: il Manifesto
Oggi apre i battenti a Verona, per il quarto anno consecutivo, la fiera EOS (European Outdoor Show), manifestazione dedicata alla caccia, pesca, tiro sportivo, nautica, sport all’aria aperta: una vetrina per il comparto delle armi da fuoco di tipo comune che ha sempre attirato l’attenzione delle associazioni pacifiste che hanno seguito l’evolversi di questa manifestazione fieristica, precedentemente presente a Brescia (Exa) e Vicenza (Hit Show).
Nonostante il fervore propagandato per un “settore che tira”, in realtà c’è da registrare un consistente calo della produzione nazionale di “armi comuni”. È ciò che emerge dai dati resi noti nei giorni scorsi dal Banco di Prova di Gardone Valtrompia. Stando ai numeri forniti agli organi di stampa nel 2024 sono stati collaudati dal Banco 811.708 pezzi tra armi e componenti. In netta diminuzione rispetto non solo al 2023 (meno 20,6%), ma soprattutto al 2022 (meno 28,9%) quando erano stati testati 1.140.882 pezzi. Il calo riguarda tutti i tipi di armi (da caccia, sportive per la difesa personale), ma in particolare le pistole semiautomatiche il cui numero è quasi dimezzato in due anni: da 308mila nel 2022 a 160mila nel 2024.
Più di due terzi delle armi prodotte in Italia vengono esportate negli Stati Uniti e gli annunci del presidente americano Trump di imporre nuovi dazi nei confronti dell’Unione europea hanno già sollevato l’allarme da parte dei produttori italiani di armi.
Va inoltre notato che, contrariamente al pensiero comune, gli italiani non si stanno armando. Le informazioni rese note dalla Polizia di Stato relative al 2023 riportano un calo complessivo di 63.679 permessi (pari al 5,1%) per tutte le licenze di porto d’armi (difesa personale, uso caccia, tiro al volo) che sono passate da 1.237.912 del 2022 a 1.174.233 nel 2023 (ultimo dato disponibile). Ben lontani dai 1,4 milioni del 2017. Dai dati delle Polizia manca il numero di permessi di “nulla osta” alla detenzione di armi rilasciati per la difesa abitativa, ma si tratta di un permesso in forte diminuzione da quando una ventina di anni fa sono state introdotte norme più stringenti per ottenere e rinnovare questo permesso.
Anpam (Associazione nazionale dei produttori di armi e munizioni) in un recente comunicato evidenzia la crescita di tutto il comparto e delle attività che avrebbero un impatto economico di oltre 8 miliardi di euro. La cifra è non solo irrisoria (rappresenta solo lo 0,38% del Pil nazionale) ma in costante calo se considerata in valori costanti: nel 2010 il comparto produceva un valore di oltre 10 miliardi di euro, nel 2019 per quasi 8,7 miliardi e nel 2023 per solo poco più di 8 miliardi. Gli occupati nella produzione di armi comuni sono circa 3.330 e, se si considera anche tutto l’indotto, si arriva a 18.953 dipendenti, un’inezia rispetto agli occupati nel settore manifatturiero nazionale (oltre 3,5 milioni di persone).
All’interno di EOS l’Anpam non mancherà di promuovere l’industria armiera nazionale come un’eccellenza dell’Italia, anche se, grazie all’impegno di associazioni come OPAL, Movimento Nonviolento e Rete italiana pace e disarmo. anche quest’anno la “difesa personale e abitativa” sono state escluse dai settori di riferimento di EOS. L’obiettivo da raggiungere è che la fiera EOS sia davvero e solo un salone dedicato alla caccia, alla pesca, alla nautica, al tiro sportivo e al tempo libero all’aria aperta. In breve, meno armi per tutti.
* Osservatorio Opal
** Movimento Nonviolento