Antonio Mazzeo – Fonte: ©Africa ExPress
17 Aprile 2021
Cittadinanza italiana per Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’Università degli studi di Bologna da 14 mesi trattenuto in carcere dal regime di Al-Sisi? “Si tratta di un’iniziativa parlamentare in cui il governo non è coinvolto al momento”. Così la pensa e lo dice il premier Mario Draghi gelando l’opinione pubblica nazionale e le forze politiche che hanno votato nei giorni scorsi un ordine del giorno per concedere la cittadinanza al giovane ingiustamente detenuto al Cairo. Per Draghi, evidentemente, Erdogan è un dittatore, mentre Al-Sisi va sostenuto e riverito perché è un solido benefattore del sistema Italia, specie dei colossi petroliferi e militari-industriali.
Non sarà certo un caso che il cinico niet all’appello pro-Zaki in difesa dei diritti umani è giunto qualche ora dopo l’ennesimo faccia a faccia (il terzo in meno di un anno) tra il generale-dittatore d’Egitto e l’amministratore delegato ENI, Claudio Descalzi, oggetto l’espansione degli investimenti e delle attività estrattive della transnazionale di proprietà al 30% dello Stato italiano.[…]
“La fornitura delle FREMM non è mai stata sottoposta all’esame delle Camere”, ha inoltre rilevato Giorgio Beretta dell’Osservatorio Permanente Armi Leggere (Opal). “Un passaggio fondamentale richiesto dalla normativa vigente, la legge 185 del 1990, e oggi ancor più necessario in considerazione delle trattative in corso con l’Egitto per altre fregate, pattugliatori, caccia multiruolo e aerei addestratori che consoliderebbero la posizione del regime di Al-Sisi come principale acquirente di sistemi militari italiani”. Nel corso del 2019, l’Egitto è stato il primo Paese per destinazione di autorizzazione militari, con un controvalore di oltre 870 milioni di euro.[…]
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