Dopo la visita della Pinotti, Fincantieri propone ai sauditi navi da guerra

Giorgio Beretta – Fonte: © Unimondo
15 dicembre 2016

Siamo stati tra i primi a darne notizia su Unimondo. Lei, o meglio il suo Ministero, lo aveva subito smentito minacciando querele. A loro dire la visita a Riyad e i colloqui col principe saudita e ministro della Difesa sarebbero stati solo “politico istituzionali”. Niente di commerciale né trattative per nuovi “accordi navali”. Lo aveva pure ribadito in parlamento. Ieri sera è arrivata una clamorosa smentita. Una nota stampa del sito di intelligence militare “Tactical News” annuncia infatti che il Vice Principe ereditario e ministro della Difesa saudita, Mohammed bin Salman bin Abdulaziz, ha ricevuto “offerte da Fincantieri per navi militari, tra cui fregate e corvette”. Nel presentare la notizia, il sito mette in bella mostra proprio la foto della recente visita della ministra Pinotti a Riyad. Ci aspettiamo ora che la ministra genovese, dove Fincantieri ha il principale impianto di fabbricazione di navi militari, smentisca in Parlamento di aver parlato col principe saudita di “accordi militari”. Per i “contratti”, si sa, ci vuole un po’ più di tempo. La concorrenza con altri paesi europei – con i quali la retorica corrente parla di “cooperazione” – è agguerrita, ma i recenti contratti militari miliardari col il Qatar lasciano intendere che quanto si muove il “Sistema Paese” (che poi altro non è che la somma di Finmeccanica (Leonardo), Fincantieri, ministeri vari con la copertura finanziaria della Cassa depositi e prestiti e la benedizione di Confindustria) questi affari si riesce a strapparli ai concorrenti europei. Grazie anche alla cortina di silenzio che i maggiori media nazionali stendono sui crimini che i sauditi compiono non solo a casa loro ma soprattutto in Yemen.

Rete Disarmo interpella Gentiloni

E proprio riguardo alle forniture militari italiane a Riyad, Rete Disarmo ha emesso oggi un comunicato per chiedere al neo presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni Silveri, di seguire l’esempio dell’amministrazione Obama e sospendere l’invio di bombe ai sauditi.

Nei giorni scorsi, infatti l’amministrazione USA ha sospeso l’invio di diversi sistemi militari a Riyad a causa dei bombardamenti sauditi sui civili in Yemen. “Il governo Gentiloni – si legge nella nota diffusa da Rete Disarmo – interrompa subito le forniture dei sistemi militari che vengono impiegati dalle forze armate saudite e dai suoi alleati nel conflitto in Yemen, in particolare le bombe aeree che hanno già causato migliaia di morti tra la popolazione civile di quel martoriato paese”.

La richiesta arriva dopo i numerosi precedenti appelli inascoltati dal Governo Renzi e – come detto – a seguito della decisione dell’amministrazione Obama di sospendere l’invio a Ryad di “bombe aeree” e di “munizionamento di precisione” del valore di centinaia di migliaia di dollari: sistemi militari che sono la principale causa di vittime dei bombardamenti, spesso indiscriminati, dell’aeronautica militare saudita. Proprio la preoccupazione per le migliaia di morti tra i civili – oltre 4mila secondo le Nazioni Unite – è alla base del cambio di direzione della Casa Bianca che negli ultimi anni ha approvato forniture militari a Riyad del valore di miliardi di dollari.

Bombardamenti ripetutamente condannati dal Segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ma di cui non c’è traccia nei colloqui di ottobre tra la ministra Pinotti e il suo omologo saudita: per il Ministero della Difesa il conflitto in Yemen semplicemente non esiste. Anzi secondo il nostro ministero, “L’Italia guarda con grande interesse al ruolo dell’Arabia Saudita, per la stabilità della regione, e al rafforzamento dei rapporti bilaterali tra i due paesi”…leggi tutto l’articolo