Di Bartolomei: “Più morti per omicidi con pistole legali che per mafia”

Redazione – Fonte: ©AgenziaDire
19 febbraio 2021

ROMA – “In Italia c’è, ormai da due anni, una tendenza drammatica. Non viene trattato adeguatamente il tema della sicurezza. Abbiamo dati positivi sulla microcriminalità rispetto ad altri Paesi europei, ma d’altro canto abbiamo più morti per omicidi causati da armi legali che per mafia”. Così Luca Di Bartolomei, autore del libro ‘Dritto al cuore’, incentrato sul rapporto intimo che vi è tra armi e sicurezza, intervistato dall’agenzia Dire. Figlio di Agostino Di Bartolomei, centrocampista, capitano e bandiera della Roma, morto suicida sparandosi un colpo di pistola al petto il 30 maggio 1994, lui da anni è un punto di riferimento nella lotta contro la detenzione di armi legali.

DATI OPAL E MINISTERO INTERNO

Da 2 anni a questa parte gli omicidi commessi con armi legali hanno superato quelli di matrice mafiosa. Nel 2018 e nel 2019 sono 19 e 28 gli omicidi di mafia, ma 54 e 34 con armi legali. Questi i dati elaborati dall’Opal, Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa che ha sede a Brescia. Gli ultimi dati messi a disposizione dal ministero dell’Interno confermano questa tendenza. L’ultimo report del ministero, risalente al 2018, sostiene che in Italia ci siano un milione e 300mila persone con regolare licenza per avere armi, sommando quelle per il tiro sportivo, la caccia e la difesa personale. “Il legislatore- commenta Di Bartolomei- deve recuperare lo spirito della normativa europea. Negli altri Paesi il numero delle armi detenute legalmente è diminuito. Da noi, invece, è cresciuto e con la crisi pandemica attuale, dominata dalla disperazione e dall’incertezza, senza dubbio continuerà a registrare alte percentuali. Il punto di partenza da cui deve partire il decisore politico è quello di rendere più stringente l’accesso alle armi da parte dei cittadini comuni che con troppa facilità riescono a ottenere la licenza”…