Bombe dall’Italia all’Ucraina: inchiesta su una quadrangolazione di Stato

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Oltre 200mila proiettili di bombe da cannone prodotti in India sono stati importati da un’azienda italiana per poi essere spediti, con il consenso del Governo Meloni, in Slovacchia ma con una destinazione finale diversa: l’Ucraina.

Non ci sono pertanto solo i sistemi militari forniti prima dal Governo Draghi e poi dal Governo Meloni all’Ucraina con nove decreti legge con i quali è stata concessa l’“Autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle Autorità governative dell’Ucraina”. E il problema non è solo che l’elenco di questi materiali, comunicato al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir), è tuttora secretato. I decreti (qui l’ultimo) riguardano, come noto, le forniture dirette dallo Stato italiano all’Ucraina e non ricoprono le esportazioni di materiali militari destinati all’Ucraina autorizzate alle aziende. Esportazioni che nel 2023 hanno raggiunto un record storico di oltre 417 milioni di euro di licenze rilasciate e di 69,5 milioni di materiali consegnati. Includono diversi sistemi militari, tra cui spiccano due batterie antiaeree tipo Oerlikon revolver gun MK3 dotate ciascuna di quattro affusti campali da 35 mm e radar di ricerca e acquisizione X-TAR 3, più 8.000 proiettili da guerra calibro 35 mm Ahead e altro materiale spedito dalla Rheinmetall Italia all’Ucraina del valore complessivo di 153.400.000 euro. Batterie e munizioni che l’Ucraina potrebbe utilizzare in territorio russo per colpire -come richiesto dal Parlamento europeo con la risoluzione approvata il 18 settembre scorso– “legittimi obiettivi militari sul territorio russo”.

C’è altro, dunque, oltre alle forniture “dirette”. C’è una serie di operazioni di import-export di proiettili per bombe da obice da 155 mm autorizzate nel biennio 2022-2023 dall’Autorità nazionale UAMA (Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento). Un’inchiesta esclusiva condotta da Altreconomia e dall’Osservatorio permanente sulle armi leggere di Brescia (Opal) svela una vera e propria quadrangolazione del valore di oltre 100 milioni di euro che parte da Nuova Delhi, passa per Roma e Bratislava, e arriva a Kyiv. Al centro dello schema -come in parte anticipato da Reuters a settembre in un’indagine dedicata soprattutto al ruolo chiave dell’India nell’export di armi a Kyiv per via indiretta- c’è un’azienda italiana: la MES Spa.

Leggi tutta l’inchiesta sul sito di Altreconomia 

Foto: La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, riceve il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, a Villa Doria Pamphilj il 10 ottobre 2024 – Fonte: © governo.it