Giorgio Beretta – Fonte: © Unimondo
13 luglio 2017
Deve aver creato non poco scompiglio la “Lettera aperta” (qui in .pdf) e il comunicato stampa (qui in .pdf) che la Campagna di pressione alle “banche armate” ha inviato ai vertici di Banca Valsabbina. Incalzata da precise domande e da una dettagliata documentazione sui rapporti che ha in corso con RWM Italia, l’azienda produttrice ed esportatrice delle micidiali bombe aeree della classe MK 80 e delle Paveway IV che l’aeronautica saudita da oltre due anni utilizza per fare carneficina in Yemen, Banca Valsabbina ha cercato di correre ai ripari rabberciando una risposta che, se non fosse patetica, sarebbe davvero ipocrita. Ma che rivela molto di più di quello che appare ad una frettolosa lettura.
La riporto integralmente così come pubblicata su un sito locale di informazione (nella sezione “Comunicati stampa” di Banca Valsabbina al momento non ve n’è traccia):
“In riferimento a commenti nell’ambito della campagna “banche armate”, Banca Valsabbina intende chiarire che adotta delle regole precise per l’implementazione di servizi bancari di conto corrente ad aziende del settore armiero, come ad esempio la verifica preventiva che le operazioni commerciali siano dotate di tutte le autorizzazioni previste dalla legge. Il rapporto in atto con RWM Italia si riferisce esclusivamente alla normale attività di conto corrente, e la banca conferma che non vi sono in atto, non vi sono mai state, né vi sono allo studio altre operazioni quali ad esempio quelle di finanziamento”…leggi tutto l’articolo