Umberto De Giovannelli – Fonte: ©Globalist
22 ottobre 2020
L’Italia non armi il “Sultano” Erdogan, come ha fatto col “Faraone” al-Sisi. A chiederlo è la Rete Italiana Pace e Disarmo.
“Nei giorni scorsi notizie di stampa – afferma l’organizzazione pacifista in un comunicato – hanno riportato la richiesta del Ministro degli esteri greco ad Italia, Francia, Spagna, Germania per un’iniziativa di embargo sulla vendita di armi alla Turchia. Una richiesta che trae le sue motivazioni dalle tensioni tra i due Paesi, entrambi alleati Nato, sul Mar Egeo e in generale dalla politica di proiezione militare messa in atto da Ankara negli ultimi tempi. La Rete Italiana Pace e Disarmo, pur non volendo entrare nello specifico del contenzioso tra i due Paesi, rilancia in questo contesto la richiesta di blocco completo del flusso di armamenti verso la Turchia e il regime di Erdogan.
…Nonostante tale presa di posizione l’Italia ha nei fatti continuato a inviare armamenti alla Turchia. Un’attenta analisi dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (Opal) dei dati del registro dell’Istat sul commercio estero evidenzia infatti che da novembre del 2019 a luglio del 2020 sono stati esportati in Turchia più di 85 milioni di euro di ‘armi e munizioni’, una cifra che costituisce il massimo storico dal 1991. Solonel primo semestre del 2020 l’export si attesta a quasi 60 milionidi euro. Si tratta in gran parte di munizionamento pesante, prodotto ed esportato soprattutto da aziende della provincia di Roma (ad esempio il colpo completo di calibro 105/51 millimetri HEAT-T e di 120 millimetri HEAT-MP-T). Sono tipi di munizionamenti multi-purpose altamente esplosivi che vengono impiegati nei teatri di guerra anche in funzione anti-carro. Ciò significa che sono continuate le forniture alla Turchia di munizionamento militare autorizzate negli anni scorsi…