di Luca Martini – Fonte: © FiloDiritto.com
9 settembre 2021
Esaminiamo i dati ufficiali e ricordiamo la proposta di legge presentata alla Camera dei deputati in materia di controlli sull’acquisto di armi da fuoco e per il rilascio e il rinnovo della licenza di porto d’armi.
Il numero degli omicidi in Italia, tra il 1° agosto 2020 e il 31 luglio 2021, è stato di 276 secondo i dati ufficiali del Ministero dell’Interno.
Dei 276 omicidi volontari commessi in Italia, le vittime donne sono state 105 (nell’anno precedente 122) con una diminuzione percentuale del 13,99%.
Gli omicidi in ambito familiare/affettivo sono stati 88 con una diminuzione percentuale del 18,5% rispetto all’anno precedente, dove erano stati 108 (il LInk).
Esiste una correlazione tra la diffusione delle armi e gli omicidi commessi in Italia?
Servono regole più stringenti per evitare la diffusione incontrollata delle armi?
A questi interrogativi proviamo a rispondere seguendo la strada dei numeri e delle statistiche che delineano la realtà al di là dei proclami e delle parole.
Si consideri che, statisticamente, le armi “legittimamente detenute” sono gli strumenti più comuni con cui vengono commessi gli omicidi nel nostro Paese.
I dati raccolti dall’Osservatorio permanente sulle armi leggere (Opal) ci dicono che gli omicidi perpetrati utilizzando armi detenute legittimamente: “Nell’ultimo triennio in Italia un omicidio su dieci è stato commesso con armi regolarmente detenute. Sono stati almeno 131 gli omicidi perpetrati da legali detentori di armi a fronte di 91 omicidi di tipo mafioso e di 37 omicidi per furto o rapina” (il Link)….
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