Nell’ottobre 2019 il nostro Paese ha esportato armi e munizioni ad Ankara per 25,8 milioni di euro. Secondo nuovi dati Istat, nei primi dieci mesi dello scorso anno l’export complessivo ha toccato quota 102 milioni di euro, quasi quattro volte di più rispetto al 2018. Un valore senza precedenti, nonostante gli annunci di “stop” del Governo.
Come anticipato dall’inchiesta di copertina di Altreconomia del numero di gennaio, curata insieme a Giorgio Beretta, “L’Italia arma ancora Erdogan”. E il flusso milionario tra Roma ed Ankara non solo non si è fermato, ma proprio nel mese dell’offensiva turca sui territori del Kurdistan, nel Nord-Est della Siria, ha fatto registrare un picco inedito. Sono un lontano ricordo gli annunci del Governo in quei giorni di uno stop per decreto alla vendita di materiale d’armamento, poi divenuti un più mite blocco delle future licenze senza intaccare quelle esistenti. L’atto del ministro degli Esteri Luigi Di Maio -peraltro- è a oggi inaccessibile: la Farnesina ha opposto il diniego alla sua pubblicazione dopo il nostro accesso civico. È di drammatica attualità, invece, la crescente tensione in Libia, dove l’intervento turco è divenuto determinante… leggi tutto l’articolo