Armi italiane: calano (di poco) gli affari dell’export, proseguono le violazioni

Giorgio Beretta – Fonte: © Osservatorio Diritti
21 maggio 2020

Nel 2019 rallentano le autorizzazioni rilasciate per l’esportazione di sistemi militari italiani, ma non diminuiscono le forniture di armi italiane a regimi autoritari e nelle aree dilaniate da conflitti: ecco a chi vende materiali d’armamento il nostro Paese.

Egitto, Turkmenistan e poi Algeria, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Turchia, Marocco, Israele, Qatar. Sono i paesi dell’area mediorientale e dell’Africa settentrionale i maggiori acquirenti di armi italiane. Anche nel 2019, nonostante il perdurare dei conflitti e delle tensioni, è in questa regione che è stata destinata la quota principale delle esportazioni di sistemi militari italiani: ammontano a 1,334 miliardi di euro, pari al 32,6% di tutte le autorizzazioni rilasciate dall’Autorità nazionale Uama (Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento) incardinata presso il ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale (Maeci).

Una quota in calo rispetto all’anno precedente (leggi l’articolo Export armi: l’Italia ne vende la metà in Africa e Medio Oriente) – nel 2018 era stata di 2.306 milioni, pari al 48,3% – ma che dovrebbe suscitare più di qualche interrogativo in merito al rispetto della normativa vigente, la legge n. 185 del 1990, che prescrive che le esportazioni di armamenti vengano regolamentate dallo Stato «secondo i principi della Costituzione repubblicana che ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali»….