Giovanna Pasqualin Traversa – Fonte: © Agensir
22 luglio 2019
Sequestrato dalla Digos di Torino un imponente arsenale di armi da guerra tra le quali anche un missile aria-aria. Intervista con il coordinatore scientifico dell’Opal, che se per quest’ultimo ipotizza il tentativo di un affare “improbabile” da parte di un trafficante improvvisato, invita però a riflettere sulla facile reperibilità delle armi automatiche e a non sottovalutarne la pericolosità sociale.
Un sequestro senza precedenti quello effettuato il 15 luglio dalla Digos di Torino in un hangar di Rivazzano Terme in provincia di Pavia, nell’ambito dell’indagine partita un anno fa su un gruppo di presunti estremisti di destra con ideologie oltranziste che in passato avrebbero combattuto nella regione ucraina del Donbass. Oltre ad un vero e proprio arsenale di armi da guerra rinvenuto in diverse città dell’Italia del nord, la maxi operazione della Digos piemontese ha portato al sequestro in provincia di Pavia di un missile aria-aria Matra Super 530F, fabbricato in Francia e utilizzato dall’aviazione militare del Qatar. Lungo oltre tre metri e pesante 254 chili, il missile ha una gittata di 25 chilometri. Secondo la polizia sarebbe stato perfettamente funzionante ed è stato messo in vendita a 470mila euro. Del sequestro, definito dal questore di Torino Giuseppe De Matteis “con pochi precedenti per la qualità delle armi e il loro potenziale violento”, abbiamo parlato con Carlo Tombola, coordinatore scientifico dell’ Opal (Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa) di Brescia…
Come e dove è possibile che un missile aria-aria perfettamente funzionante sia stato acquistato da privati cittadini, entrato in Italia e arrivato indisturbato in un magazzino della provincia di Pavia? Per farne cosa?
Se armi da guerra circolano sul mercato clandestino è perché sono in qualche modo uscite da un arsenale governativo. È sicuramente questo il caso del missile Matra Super 530F, con il quale qualche improvvisato trafficante cercava di realizzare un “affare” a dir poco improbabile.
E’ il caso di sottolineare e riflettere sulla facile reperibilità e alta pericolosità sociale di queste armi.
Gli analisti di Opal lo fanno e da tempo chiedono di farlo.
E’ possibile delineare i contorni del mercato clandestino di armi?
Sulla sua entità sappiamo ben poco, oltre a quanto appare episodicamente sulla stampa, anche perché il governo italiano non fornisce i propri dati sulle armi sequestrate all’Unodc (Ufficio Onu su droga e crimine), unico prezioso strumento per gettare seriamente uno sguardo su questo specifico traffico internazionale… leggi tutto l’articolo