Andrea Maggiolo – Fonte: © Today
29 giugno 2018
Dopo l’apertura di Salvini, c’è chi propone una legge più permissiva sul possesso di armi da fuoco. “Ma oggi è più difficile ottenere la patente che una licenza per armi per uso sportivo” dice a Today.it Giorgio Beretta (Opal): “Anzi, servirebbero specifici esami psicologici e clinico-tossicologici. E in Italia la lobby delle armi ha già un’influenza molto forte”
E’ vivace il dibattito di questi giorni sulla legittima difesa: il ministro dell’Interno Matteo Salvini non esclude una nuova legge più permissiva e il 39% degli italiani sembra essere favorevole all’introduzione di criteri meno rigidi per il possesso di un’arma da fuoco. Il dato è in netto aumento rispetto al 26% rilevato nel 2015. “Una nuova legge che permetta la legittima difesa delle persone perbene nelle proprie case è una nostra priorità” dice Salvini. Un confronto basato sui dati e non sugli umori fluttuanti dell’opinione pubblica non è più rinviabile. E allora partiamo proprio dai dati.
Una gran parte degli omicidi in Italia avviene con armi regolarmente detenute: lo evidenzia Giorgio Beretta, analista del commercio internazionale e nazionale di sistemi militari e di armi comuni, che svolge la sua attività di ricerca per l’Osservatorio permanente sulle armi leggere e politiche di sicurezza e difesa (Opal) di Brescia. «Oggi in Italia il numero di omicidi causati da armi da fuoco legalmente detenute (più di 45 nel 2017, secondo una nostra indagine di Opal) supera ampiamente quelli, effettuati con ogni strumento, per “furti o rapine” (19 secondo Istat) e i numeri sono molto vicini al numero di omicidi di mafia (48). La vera emergenza, dunque, non sono le rapine a mano armata nelle case private, ma gli omicidi e tentati omicidi fatti da legali detentori di armi: pensare di facilitare l’ottenimento di queste licenze, come quella per il nulla osta o il tiro sportivo, è non solo controproducente ma pericoloso»…leggi tutto l’articolo