Se non ho ragionevoli e comprovate garanzie che il tuo paese rispetti la libertà, la dignità e l’inviolabilità dei tuoi cittadini, posso valutare se venderti frigoriferi, medicinali, rossetti non certo armi e sistemi militari, che non sono un prodotto come un altro ma strumenti che potrebbero essere usati per atti gravi, per reprimere, comprimere o negare, dentro e fuori dai tuoi confini, proprio quei diritti. È questa la ratio della legge 185/90, che vincola di fatto anche noi stessi a mettere in chiaro e ad esplicitare sempre, in ognuna di queste occasioni, la nostre scelte politiche, interne ed internazionali, su questo terreno. I genitori di Giulio Regeni hanno depositato un esposto alla Procura di Roma perché l’Italia sta violando quella legge con una colossale vendita d’armi all’Egitto. Mimmo Cortese commenta questo estremo tentativo di ottenere almeno un segnale di giustizia e spiega perché, a suo avviso, la scelta del ritiro dell’ambasciatore non sarebbe la più efficace: “l’ambasciata dovrebbe invece rimanere aperta – ambasciatore presente – soprattutto alla società civile egiziana, a chi si batte per i diritti politici e i diritti umani; dovrebbe essere un luogo di libertà e di accoglienza, trasformarsi in un rifugio per i perseguitati e dissidenti. Come è avvenuto tante volte nella storia, anche in situazioni recentissime”. Va invece, ovviamente, sospesa immediatamente la consegna della seconda fregata Fremm destinata alla marina militare egiziana…