08 giugno 09
L’ITALIA HA DATO IL VIA LIBERA ALLA VENDITA DI DUE FREGATE FREMM ALL’EGITTO.
Si tratta di due navi della Marina militare italiana, le ultime due delle dieci ordinate: la “Spartaco Schergat” e la “Emilio Bianchi”, per un valore stimato di circa 1,2 miliardi di euro. L’affare fa parte di una commessa ancora più ampia che, come riportato dal Fatto Quotidiano, dovrebbe comprendere anche altre 4 fregate, 20 pattugliatori d’altura di Fincantieri, 24 caccia Eurofighter Typhoon e 20 velivoli da addestramento M346 di Leonardo, più un satellite da osservazione, per un valore totale fra i 9 e gli 11 miliardi di euro. L’accordo tra Roma e Il Cairo sulle prime due fregate è stato riferito all’Ansa da fonti qualificate vicine al dossier e sarebbe arrivato in seguito alla telefonata tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il leader egiziano al-Sisi. Le stesse fonti riferiscono che la decisione sarebbe stata già condivisa con i vertici di Fincantieri, che era in trattativa con Il Cairo e attendeva appunto l’autorizzazione all’esportazione delle due navi. Leu – fanno sapere dal partito – si è espressa in maniera contraria alla vendita delle fregate.
NONOSTANTE IL REGIME AUTORITARIO CONTINUI A NON COLLABORARE CON I MAGISTRATI ITALIANI NELLA RICERCA DELLA VERITÀ SULL’UCCISIONE DEL RICERCATORE UNIVERSITARIO GIULIO REGENI,
l’Egitto resta il principale destinatario dell’export di armi italiano. Lo confermano i dati relativi al 2019: già da un anno il Cairo è il miglior cliente dell’industria bellica italiana con 871 milioni di euro. Segue il Turkmenistan, altro regime non democratico, con un giro di affari da 446 milioni solo lo scorso anno. Mentre in totale le consegne di armi all’estero fatturate nel 2019 arrivano a 2,9 miliardi di euro.
L’allarme in merito ai nuovi affari tra Roma e il Cairo era stato lanciato solo pochi giorni fa con la campagna ‘Banche Armate’ che chiede alle banche di non finanziare “le aziende che vendono armamenti ad al-Sisi”. Le tre riviste promotrici, Missione Oggi dei missionari Saveriani, Nigrizia dei missionari Comboniani e Mosaico di Pace del movimento Pax Christi, ponevano l’attenzione su quello che viene definito ‘il contratto del secolo’, “un contratto per forniture militari del valore complessivo di 9 miliardi di dollari, il maggiore mai rilasciato dall’Italia dal dopoguerra”…
IL NOME DI REGENI NON APPARE NEMMENO NEL COMUNICATO DELLA PRESIDENZA EGIZIANA
con cui domenica è stata data notizia della telefonata tra Conte e al-Sisi. “Quale Paese venderebbe mai un intero arsenale militare ad un autocrate che permette l’assassinio di un suo cittadino?”, si chiede Giorgio Beretta sul sito dell’Osservatorio diritti.
(Il fatto Quotidiano)