Giorgio Beretta – Fonte: © Osservatorio Diritti
16 febbraio 2018
La strage nella scuola in Florida ha riacceso il dibattito sulla diffusione delle armi in America. Ma anche in Italia armarsi è estremamente facile, come è emerso di recente con i fatti di Macerata. Eppure qualcuno rivendica un presunto “diritto alle armi”
La strage di Parkland, in Florida, in cui il giovane 19enne Nikolas Cruz ha fatto fuoco, con un fucile semiautomatico AR-15 legalmente acquistato, nel campus del liceo Marjory Stoneman Douglas uccidendo 17 persone e ferendone almeno 14, ha riportato all’attenzione l’annoso problema della facilità di accesso alle armi negli Stati Uniti e della loro diffusione.
Sebbene non sia al momento del tutto chiaro cosa abbia innescato nel giovane l’intento omicida, sono però certi tre elementi: innanzitutto il suo risentimento nei confronti delle autorità scolastiche, che lo avevano espulso, e più in generale il suo odio nei confronti del sistema; le sue simpatie per le istanze dei suprematisti bianchi con i quali avrebbe anche partecipato ad esercitazioni paramilitari; ed infine la sua passione per le armi e i suoi contatti sui social media con diversi gruppi legati alle armi (il giovane appare in vari post su Instagram con delle armi in mano e descrive l’atto dello sparare come «una terapia»)…Leggi tutto l’articolo su Osservatorio Diritti