Doveva essere la prima domenica di vacanza, dopo la chiusura delle scuole, si è trasformata in una domenica tragica per due bambini, un uomo che ha tentato di difenderli e un’intera comunità. Ieri mattina ad Ardea, in provincia di Roma, Andrea Pignani, 34 anni, ha preso la pistola e ha sparato a Daniel e David Fusinato, 10 e 5 anni, che passeggiavano in bicicletta vicino al parco giochi della cittadina. Poi ha giustiziato Salvatore Ranieri, che aveva tentato di intervenire in difesa dei due bambini, una volta visto l’uomo che puntava verso di loro la pistola. Pignani, un ingegnere disoccupato che era già stato in cura con Trattamento sanitario obbligatorio per problemi psichici, si è poi barricato nella sua casa dove si è tolto la vita.
“Abbiamo messo a disposizione degli investigatori le immagini delle nostre telecamere” ha spiegato Romano Catini, il presidente del consorzio Colle Romito, il complesso residenziale a sud della Capitale in cui sono avvenuti i fatti. “Siamo distrutti per quello che è successo – ha aggiunto -. Questa sera ci sarà un’assemblea straordinaria e decideremo eventuali iniziative per ricordare le tre vittime. Probabilmente faremo una fiaccolata nel consorzio. C’è anche un’associazione che si è proposta di pagare i funerali”.
Il giorno dopo, sono tanti gli interrogativi aperti. Il primo riguarda l’utilizzo di un’arma, probabilmente non dichiarata, da parte dell’autore della strage. “L’arma della strage era del padre, deceduto, che era una guardia giurata. Pignani non l’aveva segnalata alle forze dell’ordine, anzi l’aveva nascosta – spiega Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio Opal sulle armi leggere. Urge un censimento delle armi: moltissimi hanno in casa armi ereditate che non hanno mai denunciato alle forze dell’ordine, nonostante sia obbligatorio. Inoltre, vanno resi obbligatori controlli medici annuali sui legali detentori di armi”.
Il secondo tema posto dalla vicenda riguarda proprio lo stato di salute di Pignani. Secondo i carabinieri, l’uomo non usciva di casa praticamente da un anno. I vicini, altri abitanti del comprensorio, raccontano di quella pistola che tirava fuori per minacciare ogni volta che c’era una discussione (anche col padre dei due ragazzini uccisi, secondo alcuni abitanti della zona) oppure qualcosa che lo infastidiva, che fosse la potatura degli alberi o qualche rumore intorno a casa sua. Ma nessuno aveva sporto denuncia, secondo i carabinieri.
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