Il caso Pozzolo e quel legame tra destra e lobby delle armi

di Fabio Salamida  – Fonte: Today.it

Il deputato di Fratelli d’Italia è al centro della bufera per il colpo partito dalla sua mini revolver durante una festa di Capodanno, ma la vicenda è solo la punta dell’iceberg di un consolidato rapporto tra Lega, Fratelli d’Italia e associazioni che da anni pressano per cambiare la legge sulla Legittima Difesa. A Today.it interviene Giorgio Beretta (Opal)

La vicenda che ha coinvolto il parlamentare di Fratelli d’Italia, Emanuele Pozzolo, riaccende i fari sui rapporti tra la politica e la lobby delle armi, soprattutto su quella parte della destra sovranista che spinge per modificare la legge sulla Legittima Difesa inseguendo il “modello americano”.

Giorgio Beretta, autore del libro ‘Il Paese delle armi. Falsi miti, zone grigie e lobby dell’Italia armata’, si occupa da anni del commercio internazionale e nazionale di sistemi militari e di “armi leggere”, nonché dei rapporti tra finanza e armamenti. Attualmente svolge la sua attività di ricerca per l’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (Opal) di Brescia e fa parte della Rete italiana pace e disarmo.

“Ci sono due versioni – spiega Beretta a Today.it –: una è quella del parlamentare che sostiene di non aver sparato, l’altra di un testimone che sostiene esattamente il contrario. In entrambi i casi si tratta di un fatto gravissimo. Parliamo appunto di un parlamentare, cioè di una persona che – al di là del partito che lo elegge – dovrebbe rappresentare i cittadini. Il fatto che si sia presentato armato a una festa di paese, dove tra l’altro c’erano dei bambini, mostrando la pistola per fare un po’ il gradasso, è censurabile. E se ha dato l’arma in mano a qualcuno che non ha il porto d’armi lo è ancor di più, perché non si può fare”.

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