Davide Falcioni – Fonte: Fanpage
23 marzo 2022
Giorgio Beretta: “L’invio di armi all’Ucraina è una decisione totalmente sbagliata perché configura una situazione di belligeranza da parte dei paesi dell’Unione Europea”.
“La prospettiva di un conflitto nucleare, una volta impensabile, è ora tornata nel regno delle possibilità”. Parola di Antonio Guterres, segretario generale dell’ONU, che nei giorni scorsi ha messo in guardia dal più catastrofico degli scenari, quello in cui la guerra in Ucraina non solo tracimi in una terza guerra mondiale, ma veda anche l’impiego massiccio di armi nucleari da parte dei Paesi che ne sono in possesso. La Russia, non a caso, ha più volte evocato questa possibilità negli ultimi giorni. Un’ipotesi del genere avrebbe conseguenze catastrofiche per centinaia di milioni di persone eppure paradossalmente da un mese a questa parte le posizioni della nonviolenza e del pacifismo, determinate a proporre soluzioni diplomatiche anziché militari, sono state sovente derise dai leader politici europei. L’UE, e i suoi Stati membri, hanno infatti deciso di abdicare sul nascere al loro ruolo di mediatori inviando aiuti militari alla resistenza armata ucraina. Ma quali sono le conseguenze di questa scelta? E quali sarebbero state le alternative. Ne ha parlato a Fanpage.it Giorgio Beretta, analista dell’Opal (l’Osservatorio permanente sulle armi leggere).
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Foto: Soldato del battaglione Azov con un MG-42/59 italiano (Fonte: Twitter)