di Stefano Iannaccone – Fonte: © Tag43
22 luglio 2021
Negli ultimi tre anni in Italia oltre la metà degli omicidi è stata commessa da chi detiene legalmente una pistola o un fucile. Che in totale sono quasi un milione e 300 mila. Dalla facilità di rilascio delle licenze alle lacune della politica, i motivi del pericoloso boom.
La sparatoria di Voghera è solo l’ultimo episodio e arriva a poche settimane di distanza dalla strage di Ardea. Due fatti distinti. Da un lato l’assessore leghista Massimo Adriatici che uccide Youns El Boussettaoui, marocchino 39 enne, irregolare e con precedenti per spaccio e reati contro il patrimonio, pare al culmine di una lite. Dall’altro la follia di Andrea Pignani, che ha aperto il fuoco, lasciando a terra i piccoli David e Daniel Fusinato e l’84enne Salvatore Ranieri, prima di togliersi la vita. Eppure tra le due storie c’è un legame: la detenzione legale di un’arma. Un fenomeno che in Italia è in preoccupante crescita. Nel caso di Pignani, poi, la pistola era stata ereditata dal padre, ex guardia giurata.[…]
Indipendentemente dalle motivazioni del rilascio, resta un fatto incontrovertibile: quelle armi possono uccidere. «Riguardo all’omicidio di Voghera, saranno i magistrati inquirenti a fare chiarezza», premette Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (Opal). L’esperto, con Tag43, si sofferma su altri dati, che raccontano l’importante della questione: «Nell’ultimo triennio in Italia un omicidio su dieci è stato commesso con armi regolarmente detenute. Sono stati almeno 131 gli omicidi perpetrati da legali detentori di armi a fronte di 91 omicidi di tipo mafioso e di 37 omicidi per furto o rapina». E la politica non sembra interessarsene troppo. «Prima del Conte I, sapete quando è stato affrontato per l’ultima volta l’argomento della legittima difesa nelle aule parlamentari? Quando al governo c’era il centrosinistra, che peraltro è stato al governo quasi sempre, ma allora era centrosinistra più Alfano», sottolinea Giuseppe Civati, editore di People da sempre attento alla questione delle armi. […]