Groppi (Amnesty): “Usare il Recovery per limitare industria delle armi”

“L’Italia negli ultimi 25 anni ha esportato armamenti verso 123 paesi, superando in diverse occasioni l’Alleanza atlantica. Vendute armi a regimi autoritari come l’Egitto, l’Arabia Saudita e l’Eritrea”
ROMA – “Chiediamo di utilizzare una parte delle risorse del Recovery Plan per limitare l’industria degli armamenti, riconvertendo la produzione, o parti di essa, verso altre filiere che rispettano i diritti umani. Si pensi, ad esempio, al settore della transizione ecologica che ha bisogno di investimenti importanti per lo sviluppo di tutti gli ambiti collegati a questo processo”. A dirlo è Giulia Groppi, Lobbying and Policy Senior Officer di Amnesty International Italia, intervistata dall’agenzia Dire.

AMNESTY: OBBLIGO COMUNICARE ACQUISTO A CONVIVENTI, LEGISLATORE INTERVENGA

“Sul tema della detenzione legale di armi l’Italia non ha ancora un quadro normativo coerente. I dati sulle licenze, inoltre, vengono comunicati soltanto a riviste settoriali. Manca trasparenza sia sul numero di armi detenute che sulle licenze”. Questo il monito lanciato da Groppi.

Nel nostro Paese continua a crescere il numero dei femminicidi e degli omicidi che si consumano all’interno delle mura domestiche. Secondo i dati dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (Opal) di Brescia, infatti, rimangono costanti gli omicidi in famiglia e le vittime sono in maggioranza donne con una percentuale di oltre l’80%. “In un Paese dove i femminicidi continuano a salire- spiega Groppi- è inammissibile che non ci sia l’obbligo di comunicare l’acquisto di un’arma ai conviventi maggiorenni. L’obbligo era stato introdotto dal legislatore nel 2010. Tuttavia non ha mai trovato effettiva attuazione. A oggi basta, infatti, presentare un’autocertificazione”…