Nel Paese l’esercito controlla le forniture armate destinate alla polizia. Un flusso opaco in cui si inseriscono anche aziende europee che rifiutano però ogni responsabilità nonostante un contesto segnato da violenze e abusi.
È il 26 settembre 2014, da ore la pioggia bagna le strade già buie di Iguala, nello Stato di Guerrero. In tre punti della cittadina piovono anche proiettili. La polizia municipale ha intercettato gli autobus che trasportano gli studenti della scuola di Ayotzinapa in viaggio verso Città del Messico per il 46esimo anniversario del massacro studentesco di Tlatelolco- e spara…
…È quanto riporta il dossier “Commercio mortale. Come le armi europee e israeliane stanno aggravando la violenza in Messico”, pubblicato a dicembre 2020 da una rete internazionale di associazioni, di cui fa anche parte l’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (Opal, opalbrescia.org) di Brescia, e basato su oltre novemila documenti ufficiali declassificati ottenuti dalla Sedena….
…“A noi interessa sapere se le armi leggere ita- liane vanno a finire in Paesi che sono a rischio di insurrezione popolare o dove, come è il caso del Messico, ci sono violazioni evidenti dei diritti umani o violenze da parte dell’esercito e della polizia”, spiega Carlo Tombola, direttore scientifico di Opal. Secondo le norme previste dal Trattato internazionale sul commercio di armi e dalla citata Posizione comune dell’Unione europea, prima di approvare l’esportazione di arma- menti gli Stati devono accuratamente valutare caso per caso anche gli eventuali danni e ricadute sui diritti umani. “Noi non chiediamo di azzera- re il settore, chiediamo solo di controllare quel- lo che succede: se si mandano le armi in Messico ci sono determinate conseguenze”, sottolinea Tombola…