di Andrea Zaghi – Fonte: ©Avvenire
Martedì 10 novembre 2020
Una donna e il figlio uccisi a colpi di pistola, un uomo omicida e suicida poco dopo, una figlia in condizioni disperate in ospedale. È accaduto alle 5 ieri mattina in Borgata Ceretto 76 a Carignano, a sud di Torino. Ultimo episodio di una serie terrificante di omicidi e suicidi iniziata nello scorso gennaio. La scena della tragedia è quella di una villetta a due piani dipinta di rosso, con le finestre bianche aperte sulla campagna piemontese. (…)
Quanto accaduto tira in ballo la diffusa detenzione legale di armi. Italia come gli Usa? No di certo. Ma i numeri sono impressionanti. Giorgio Beretta, ricercatore dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere e politiche di sicurezza e difesa (Opal) di Brescia che fa parte della Rete italiana per il disarmo (Rid), ieri ha twittato parole dure: «Quanto accaduto non è un evento sporadico e il possesso legale dell’arma non è un fattore secondario né irrilevante. Anzi da due anni gli omicidi commessi con armi legali superano quelli di tipo mafioso: nel 2018 e 2019 sono stati rispettivamente 19 e 28 gli omicidi di mafia, ma 54 e 34 quelli commessi con armi “legali”».
Altri dati indicano che da anni gli omicidi commessi con armi legali superano pure quelli conseguenti a furti e rapine. «Questo accade – ritiene ancora Beretta – anche perché oggi in Italia è più facile ottenere una licenza per armi che la patente di guida. Eppure da 20 anni le armi da fuoco sono le più usate negli omicidi famigliari»….
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Foto: ©Ansa