di Alberto Sofia – Fonte: Il Fatto Quotidiano
In occasione del trentesimo anniversario della legge 185 del 1990, che regola l’export militare e il divieto di vendere armi verso Paesi in stato di conflitto armato, sotto embargo internazionale e con gravi violazioni dei diritti umani, diverse associazioni come Rete Italiana per il Disarmo, Rete della Pace, Amnesty Italia e Save the children hanno lanciato un appello al governo per applicare in modo effettivo la normativa. (…..)
Tutto mentre le associazioni chiedono segnali di “vera discontinuità” al governo sul tema di armi e diritti umani: “Al momento non c’è stata”, spiega Giorgio Beretta dell’Opal (l’Osservatorio permanente armi leggere di Brescia). La vendita delle armi all’Egitto, secondo la legge, deve passare dal Parlamento, che non può essere esautorato”, denuncia. Concorda anche Riccardo Noury di Amnesty: “Se questo non accadrà siamo pronti ad attivare un contenzioso giudiziario”, avverte. (…..)
Ma dalle associazioni la richiesta di stop verso i Paesi in conflitto e che non rispettano i diritti è unanime. “Per modificare la legge 185/90 in modo più stringente serve reale volontà politica. Ma Pd, M5s, Italia Viva e le forze che compongono il governo si sono mostrate troppo ambigue“, attacca Beretta. E pure Palazzotto insiste: “Un governo ha sempre la possibilità di sospendere un export di armi, anche per valutazioni di opportunità. Quello che viene considerato come ineluttabile è una scelta politica, che purtroppo anche il governo che io sostengo ha con rassegnazione fatto”
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