Armi all’Egitto: Italia punta a commessa del secolo, ma gli attivisti non ci stanno

 

Giorgio Beretta – Fonte: © Antimafia Duemila
11 giugno 2020

La chiamano già la «commessa del secolo». Un affare da 9 miliardi di euro per rifornire gli autocrati golpisti del Cairo dei più moderni sistemi militari italiani. Compresi quelli «non cedibili all’estero, pena la diffusione sostanziale di segreti e tecnologie militari nazionali», spiegano fonti ben informate.

C’è dentro tutto l’arsenale bellico del tanto declamato Made in Italy: due fregate multiruolo Fremmdestinate alla Marina miliare italiana (la Spartaco Schergat e la Emilio Bianchi), ma anche altre quattro navi e 20 pattugliatori (che potrebbero essere costruiti nei cantieri egiziani), 24 caccia multiruolo Eurofighter e altrettanti aerei addestratori M346. Un contratto, il maggiore mai rilasciato dall’Italia dal dopoguerra, che farebbe dell’Egitto il principale acquirente di sistemi militari italiani.

Armi italiane all’Egitto: così al Sisi vuole mostrarsi un partner affidabile
È l’astuta “mossa del cavallo” del faraone del Cairo. Quella che, con uno spostamento a elle sulla scacchiera, gli permette di liberarsi di un impiccio e di uscire da una situazione critica. L’impiccio per il Cairo è – come noto – l’inchiesta dei magistrati italiani sull’omicidio di Giulio Regeni, il giovane ricercatore italiano sequestrato, torturato e ucciso in Egitto e sulla cui morte le autorità egiziane non hanno mai contribuito a fare chiarezza.

La situazione critica è quella del riverbero internazionale delle terribili condizioni, dal carcere alle torture, in cui riversano in Egitto gli oppositori politici, giornalisti, sindacalisti, universitari, difensori dei diritti umani: non ultimo Patrick Zaky.

Con una sola mossa (l’acquisto di sistemi militari italiani), il presidente al Sisi mira non solo a fare tabula rasa delle rimostranze per la gestione del caso Regeni, ma soprattutto intende accreditarsi agli occhi dell’Italia come un partner affidabile e rispettoso dei diritti umani: quale Paese venderebbe mai un intero arsenale militare ad un autocrate che permette l’assassinio di un suo cittadino? Tanto più quanto questo Paese ha tra le sue leggi quella che vieta espressamente di esportare armi a nazioni «i cui governi sono responsabili di violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani»?…