09 giugno 2020
Via libera governativo alla vendita di due fregate militari Fremm all’Egitto. Il disco verde è arrivato in seguito a una telefonata tra il premier Conte e l’autocrate egiziano Al Sisi, dedicata principalmente al dossier libico ma in teoria pure al caso del rapimento, tortura, omicidio e successivi depistaggi sul caso Regeni, che dopo oltre 4 anni non ha ancora trovato giustizia nè collaborazione da parte del regime egiziano. Proprio sul caso del giovane ricercatore italiano torturato e ucciso Al Cairo, a Roma erano in calenadio le audizioni della Commissione parlamentare di inchiesta.
Oggi, martedì 9 giugno, toccava ai rappresentanti dell’Università degli Studi di Trieste, dove Giulio aveva studiato: incontro poi rinviato all’ultimo momento. Non è comunque questa l’unica questione sullo sfondo: c’è anche la guerra in Libia, nella quale l’Italia ufficialmente sostiene il governo riconosciuto internazionalmente, quello di Serraj, mentre l’Egitto è il principale sponsor del generale Haftar. Proprio questa criticità renderebbe ancor più necessario un dibattito parlamentare su questa fornitura che finora non sembra essere previsto. “Il popolo egiziano, inoltre, – osservano Rete per il Disarmo, Rete per la pace e la campagna “Banche Armate” – di tutto avrebbe bisogno fuorchè di nuove forniture militari per l’esercito”.
Ai nostri microfoni Giorgio Beretta, Rete per il disarmo e Rete per la pace.