Pierluigi Mele – Fonte: ©Rai News – Confini
06 marzo 2020
La strage del 20 febbraio scorso in Germania, in cui Tobias Rathien, un “lupo solitario” tedesco di 43 anni, ha ucciso nove persone e ne ha ferite quattro nel quartiere frequentato da immigrati turchi e curdi di Hanau, ha riportato all’attenzione il problema delle stragi di matrice xenofoba e razzista. Nell’intervista al giornalista Giovanni Tizian, abbiamo approfondito le questioni collegate al diffondersi, in Germania ma anche in Italia, di atti di violenza da parte di gruppi neonazifascisti che inneggiano al suprematismo razziale e al clima politico che li alimenta. Per approfondire ulteriormente il tema ne parliamo con Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e Politiche di Sicurezza e Difesa (OPAL) di Brescia.
(…) Ritiene, quindi, che l’accesso alle armi sia un problema sottovalutato in Italia?
Sì, fortemente sottovalutato e anzi volutamente e abilmente messo ai margini. Mi riferisco, innanzitutto, al tipo di informazione che viene divulgata soprattutto dai organi specializzati del settore armiero dai quali ci si aspetterebbe una sensibilizzazione adeguata circa i problemi relativi al possesso di armi in riferimento alla sicurezza pubblica. Ma c’è anche una propaganda mirata a minimizzare il problema ed anzi a legittimare la diffusione delle armi. E’ ciò che ha fatto, ad esempio, Matteo Salvini mostrandosi ripetutamente con armi in mano quando era ministro degli Interni e anche di recente: durante la visita alla fiera delle armi HIT Show di Vicenza, Salvini non ha mancato infatti di dire che “le armi ad uso sportivo e per le persone perbene non devono far paura a nessuno” (qui il video). Si tratta non solo di un’evidente sottovalutazione del problema gravissimo delle armi da fuoco negli omicidi in famiglia e nei femminicidi, ma rappresenta una pericolosa legittimazione della detenzione di armi nelle case e nelle famiglie. Le stragi di matrice razzista, il diffondersi di pulsioni xenofobe e l’espandersi di gruppi di ispirazione nazifascista dovrebbero indurre, invece, ad un’ampia revisione delle norme introducendo maggiori restrizioni sulle armi che si possono detenere e controlli più frequenti e accurati sui legali detentori di armi. L’Osservatorio Opal ha da tempo avanzato varie proposte ed alcune iniziative di legge sono depositate in Parlamento: mi auguro che vengano presto esaminate.