Bahri Jazan Circa i gruppi elettrogeni della Teknel S.r.l. a Genova: Nota di documentazione

Comunicato Stampa
Circa i gruppi elettrogeni della Teknel S.r.l. a Genova: Nota di documentazione

Brescia – Fonte: OPAL Brescia
martedì 18 giugno 2019

L’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e le Politiche di Sicurezza (OPAL) di Brescia mette qui a disposizione dei lavoratori, dei sindacati, delle Autorità portuale e prefettizia e degli organi di informazione la documentazione che ha reso pubblica nel corso dell’Assemblea promossa dal Collettivo autonomo dei lavoratori del porto di Genova (CALP), che si è tenuta il 13 giugno scorso presso il Circolo ricreativo ENAL CAP di Genova.

Tale documentazione smentisce le ripetute prese di posizione dell’azienda Teknel Srl di Roma e le “rettifiche” che essa ha chiesto di pubblicare sulla stampa nazionale, e in particolare contraddice il contenuto del verbale dell’incontro tenutosi il 3 giugno scorso a Palazzo San Giorgio alla presenza dell’Autorità del sistema portuale del Mar Ligure occidentale, e a cui hanno partecipato i rappresentanti dell’Agenzia marittima Gastaldi, del terminal GMT e CSM, della Teknel, della FILT- CGIL nonché il segretario della locale Camera del lavoro, verbale poi trasmesso alla Prefettura. In tale incontro è stato stabilito – in modo probabilmente frettoloso e senza la necessaria verifica di conformità alla normativa vigente – che i quattro shelter e relativi generatori Teknel non caricati a bordo della nave «Bahri Yanbu» avrebbero una destinazione esclusivamente “civile”, cioè non militare.

Quei generatori – come documenta la Relazione governativa sulle esportazioni di materiali militari (si veda qui sotto in ALLEGATO) – fanno parte di un ordinativo di 18 gruppi elettrogeni del valore 7.829.780 di euro, la cui esportazione è stata autorizzata alla Teknel da parte del competente organo nazionale, l’Autorità nazionale – UAMA (Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento) che fa capo al Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale. A seguito di questa autorizzazione, sono da ritenersi a tutti gli effetti materiali ad uso militare, sia per la tipologia di materiale, sia per il destinatario e utilizzatore finale: la Guardia Nazionale Saudita. Non è compito, quindi, né delle autorità locali (Prefettura, Questura, Autorità Portuale, ecc.), né dell’azienda e nemmeno dei lavoratori portuali o dei loro sindacati stabilire se si tratta o meno di materiali militari: questo è già stato definitivamente stabilito dall’Autorità nazionale UAMAche ne ha autorizzato l’esportazione proprio in quanto materiali militari. Invitiamo pertanto le Autorità portuali locali a prendere atto di quanto certificato dell’Autorità nazionale preposta.

Il destinatario e utilizzatore finale: la Saudi Arabian National Guard

L’Osservatorio OPAL, sulla base documentazione pubblica e facilmente consultabile, ribadisce inoltre che non è possibile sostenere – come si afferma proprio nel verbale – che il materiale Teknel è “civile” «in coerenza con i compiti istituzionali del destinatario (…), identificato con la Saudi Arabian National Guard», la Guardia Nazionale Saudita (SANG). La SANG è un destinatario eminentemente militare, è sufficiente accedere a una delle tante fonti indipendenti1 per constatarne la rilevanza come corpo militare separato e concorrente rispetto alle forze regolari saudite.

Inoltre, la nota vicenda dei c.d. Yemen papers,2 basati sulla fonte primaria di un rapporto riservato dei servizi d’informazione militari francesi – da cui a sua volta ha preso spunto la protesta contro la vendita ai sauditi dei cannoni francesi CAESAR, amplificata poi dal blocco della «Bahri Yanbu» a Le Havre – fornisce evidenze del coinvolgimento della SANG nella guerra yemenita.3

Dell’impressionante dotazione e delle ultime acquisizioni di moderno armamento militare della SANG – considerata una delle più efficienti forze armate del Medioriente –, ha dato conto recentemente il gen. Frank Muth dell’esercito USA, già responsabile dell’OPM-SANG (Office of the Program Manager-Saudi Arabian National Guard), il programma di ammodernamento dell’arsenale della SANG istituito dagli Stati Uniti nel 1973.4

Le navi cargo della compagnia saudita Bahri

Il porto di Genova è un passaggio da tempo consolidato per la possente supply chain marittima a sostegno dell’ammodernamento militare dalla GN saudita, in cui svolge il ruolo di primo piano la compagnia saudita Bahri5 e la sua flotta di sei navi multi-purpose, particolarmente attrezzate per i c.d. project cargo (i carichi fuori norma) e i materiali rotabili che sono impiegate in servizi regolari Nord America-Nord Europa-Mediterraneo-Mar Rosso-Golfo Persico.

Il porto di Genova è regolarmente scalato dalle navi Bahri, e molte sono le prove documentali sul materiale militare presente nelle stive accumulate negli ultimi mesi dai lavoratori portuali genovesi e non solo.6 Nel 2014, la «Bahri Houfuf» venne fermata proprio a Genova per il carico militare non dichiarato e il suo capitano portato a terra per chiarimenti dalla Polmare.7

Si veda ad esempio globalsecurity.org, in particolare https://www.globalsecurity.org/military/world/gulf/sang.htm Grazie al contributo del sito investigativo Disclose, i documenti sono integralmente pubblicati qui: https://made-in-france.disclose.ngo/en/chapter/yemen-papers/

Si veda Diréction du Reinsegnement Militaire DRM, Yémen – Situation sécuritaire,https://www.documentcloud.org/ documents/5838298-Yemen-Papers.html#document/p1 . A p. 3 del documento riservato, laddove si descrive il dispiegamento delle forze saudite alla frontiera yemenita, vengono citate due brigate – pari a circa 25.000 uomini – della GN posizionate tra Jizan e al-Wudayah; e un’altra brigata della GN è posta a rincalzo sulla linea. Dunque, tre brigate delle diciassette attualmente inquadrate nella GN partecipano – o comunque hanno di recente partecipato – alla guerra della Coalizione araba in Yemen.
Si veda David Vergun, Army builds sustaining military partnership with Saudi Arabia, 11.1.2018, consultabile al sito ufficiale dell’Esercito americano: https://www.army.mil/article/199012/army_builds_sustaining_military_ partnership_with_saudi_arabia. Secondo l’autore, la SANG inquadra 130.000 uomini, impiega sia elicotteri AH- 64E Apache che UH-60D Black Hawk, è dotata di 1900 blindati leggeri (la maggior flotta LAV al mondo). Entro il 2023 la SANG metterà in attività due nuove brigate aeree, ed entro il 2020 una scuola di volo aperta anche agli aspiranti piloti di altri paesi membri del Consiglio di cooperazione del Golfo.
Bahri è il quarto operatore mondiale nel trasporto del crude oil, erede di fatto della NSCSA National Shipping Company of Saudi Arabia, e come questa controllata (28%) dal governo di Riyadh.
Si veda al sito del quotidiano genovese «Il Secolo XIX»: https://www.ilsecoloxix.it/genova/2019/05/21/news/cargo- delle-armi-la-bahri-yanbu-ha-lasciato-il-porto-di-genova-1.32867002. Quanto al recente imbarco di bombe RWM sulla «Bahri Tabuk», vedi Luca Liverani, Yemen. Cagliari, blitz all’alba del cargo saudita. Ong e sindacati: un carico di bombe?, in «Avvenire», 31 maggio 2019, al sito https://www.avvenire.it/attualita/pagine/guerra-in-yemen- blitz-all-alba-della-nave-saudita-a-cagliari-ong-e-sindacati-imbarcate-bombe. Per la costante presenza a bordo dellecon-ro Bahri di materiale militare, si veda anche Lorenzo Bagnoli, Nave saudita carica di armi: da Genova a Livorno fino a Cagliari, tutte le rotte e gli ultimi attracchi (tracciabili) in Italia, «Il Fatto Quotidiano» 17 maggio 2019, in https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/05/17/nave-saudita-carica-di-armi-da-genova-a-livorno-fino-a- cagliari-tutte-le-rotte-e-gli-ultimi-attracchi-tracciabili-in-italia/5185230/.http://www.ansa.it/liguria/notizie/2014/07/01/nave-con-armamenti-fermata-a-genova_e1e3225f-32db-4e35-b504- 4cba89c91a66.html

L’azienda Teknel S.r.l.

Riguardo a quanto affermato dalla Teknel Srl, e che sembra aver convinto i partecipanti alla riunione del 3 giugno circa la natura esclusivamente ‘civile’ di tale materiale, OPAL ha raccolto e reso pubblica una notevole quantità di materiale documentale di fonte aziendale, secondo cui si stabilisce senza equivoci proprio il contrario, ovvero la forte vocazione della Teknel alla destinazione militare dei propri prodotti, dal momento che:

– nel sito internet dell’azienda (www.teknel.eu), il comparto Defence assorbe gran parte dell’attività aziendale presentata prima dei comparti commerciali Space, ATC Solutions, Power Generators e Oil & Gas. L’attività prettamente civile è presentata in altro sito (www.teknel.net) e sotto altra ragione sociale (PowerCloud Energy Srl, con diversa P.IVA), sebbene con sede allo stesso indirizzo e come branca della stessa Teknel (brand commerciale “PowerCloud Energy by Teknel”);

– stessa caratterizzazione per il company profile scaricabile dal sito aziendale8: a p. 9 sono elencate le certificazioni tecniche ottenute dalla Teknel per poter garantire gli standard internazionali qualeabituale fornitore NATO (Ncage: A4444), di cui riportiamo qui le sigle: STANAG 4370, MIL STD 907, MIL STD 285, MIL STD 810, AECTP 200, MIL STD 1472, MIL STD 889, 6516 SHCPE 86 ACE, 6516 SHCPE 88 ACE, MIL STD 461 and 462, AECTP 250 and 500;

– nella Nota integrativa al Bilancio di esercizio chiuso al 31.12.2018, a p. 6 gli amministratori della Teknel Srl precisano che «il core business dell’azienda ha visto evolvere il proprio fulcro, specializzandosi dal 2014 ad oggi in prodotti più evoluti, tecnologicamente all’avanguardia, destinati non solo ad uso civile, quale la produzione di gruppi elettrogeni, ma anche per diversi ulteriori usi, quali shelter dual use (sia per uso civile che militare). Difatti la Teknel ha ricevuto ordini dalla propria clientela (aziende a partecipazione statale, o che abbiano commesse con enti pubblici ed clienti esteri)» [l’evidenziazione è nostra]. In altra parte del bilancio 2018, si evince che il fatturato estero è ormai salito al 59,9% del fatturato complessivo, per un utile 2018 che è risultato maggiore del 162% rispetto all’esercizio precedente.

Gli shelter e i generatori elettrici della Teknel

Alle autorità competenti al controllo del materiale Teknel, non doveva tuttavia sfuggire che nella riunione del 3 giugno u.s.:

– a sostegno della propria posizione – e cioè dello scopo ‘civile’ dei generatori – la Teknel esibiva tre dépliant con le caratteristiche tecniche dei materiali, rispettivamente intitolati Dual Genset on Single Skid TK13046, Transportable Base Station ISO STD 20” Shelter TBS-TK13040 eTransportable Main Switch ISO STD 20” Shelter TBS-TK13039. All’interno dei dépliant, di tre pagine ciascuno, si precisava sì che il destinatario finale era la Guardia Nazionale saudita, ma che la SANG avrebbe usato questo materiale «in the event of the Disaster Recovery to keep telecommunications active during particular environmental events (floods, landslides etc.) or following catastrophic events (earthquakes, riots, etc.) that compromise the normal telecommunications lines (fixed or mobile). These Systems therefore support and help the population»;

– al di là di questa precisazione, inserita fuori contesto in un dépliant tecnico, i P/N indicati dalla Teknel corrispondono a quelli riportati a p. 333 della Relazione governativa 2018 sull’export di armi, e sono relativi a una autorizzazione all’export di 6 shelter per comunicazioni, comando e controllo P/N TK13039, 12 shelter per comunicazioni, comando e controllo P/N TK13040, 18 gruppi elettrogeni e palo telescopico su trailers P/N TK13046, nonché ricambi e training. In altra parte della Relazione si deduce che il destinatario finale è l’Arabia Saudita, e che l’ordinativo (ammontare complessivo 7,8 milioni di €) è stato evaso nel corso del 2018 solo per una parte. Dunque la Teknel ha domandato e ottenuto – dopo opportuna attività istruttoria – da UAMA (Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento, dipendente la Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale) una autorizzazione ad esportare in Arabia Saudita 18 gruppi shelter e relativi gruppi elettrogeni ai sensi della legge 185/90, che si riferisce alle sole esportazioni di materiali militari;

– ai sensi della stessa legge, la Teknel Srl si è iscritta nel 2018 al Registro nazionale delle aziende esportatrici di materiale militare, com’è riportato nell’Annesso 2 (a cura del Ministero della Difesa) alla medesima Relazione governativa, per poter presentare la domanda di esportazione.

In conclusione, la Teknel ha regolarmente proceduto chiedendo un’autorizzazione all’esportazione di materiale militare, quali sono gli shelter destinati alla GN saudita. Tuttavia a fronte dell’iniziativa dei lavoratori portuali di Genova e dell’intervento delle autorità competenti, la Teknel Srl avrebbe affermato pubblicamente in più occasioni la destinazione esclusivamente “civile” del materiale, pretendendo anche la rettifica dagli organi di stampa che avevano dato il resoconto del blocco.

Riteniamo inqualificabile il suddetto atteggiamento della Teknel Srl nei confronti dei lavoratori del porto, dei loro rappresentanti sindacali, delle autorità competenti, dei media e dell’opinione pubblica. Se, infatti, la Teknel Srl ritiene che quei generatori elettrici e il materiale annesso non siano da considerarsi materiali di tipo militare è suo preciso obbligo comunicarlo e dimostrarlo all’Autorità preposta alle autorizzazioni per le esportazioni di materiali di armamento (cioè ad UAMA) e, qualora non vedesse riconosciuta la propria istanza, di ricorrere agli organi giudiziari preposti.

Ricordiamo, infine, che la legge 185/90 all’art. 23 prevede sanzioni penali pesanti in caso di falsità nella documentazione,9 e che all’art. 15 prevede la sospensione o la revoca delle autorizzazioni «quando vengano a cessare le condizioni prescritte per il rilascio».

Piergiulio Biatta (Presidente di OPAL)
Carlo Tombola (Coordinatore scientifico di OPAL)

Per contatti Stampa:
– Piergiulio Biatta – email: piergiulio.biatta@gmail.com – Cellulare: 3388684212
– Carlo Tombola – email: carlo.tombola@gmail.com – Cellulare: 3496751366

L’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e le Politiche di Sicurezza e Difesa (OPAL) di Brescia è un’Associazione di promozione sociale attiva dal 2004, promossa da diverse realtà dell’associazionismo bresciano e nazionale (Collegio Missioni Africane dei Missionari Comboniani, Commissione Giustizia e Pace della Diocesi di Brescia, Associazione per l’Ambasciata della Democrazia Locale di Zavidovici, Camera del Lavoro Territoriale di Brescia “CDLT”, Pax Christi, Centro Saveriano Animazione Missionaria dei Missionari Saveriani, Servizio Volontario Internazionale) e da singoli aderenti, per sostenere la cultura della pace ed offrire alla società civile informazioni di carattere scientifico circa la produzione, il commercio e la diffusione delle “armi leggere” con approfondimenti sull’attività legislativa di settore. Membro della Rete Italiana per il Disarmo, l’Osservatorio, ha promosso a Brescia diversi convegni, rassegne cinematografiche e spettacoli teatrali ed ha pubblicato numerose ricerche e sei annuari di cui l’ultimo dal titolo “Commerci di armi, proposte di pace. Ricerca, attualità e memoria per il controllo degli armamenti”, Editrice GAM, 2014 nel quale sono presenti due ampi studi sulla produzione e esportazione di armi italiane e bresciane. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito: www.opalbrescia.org.

La Rete Italiana per il Disarmo è un organismo nazionale di coordinamento delle attività sui temi della spesa militare e del controllo degli armamenti. Fondata nel 2004 è composta dalle seguenti associazioni: ACLI, Archivio Disarmo, ARCI, ARCI Servizio Civile, Associazione Obiettori Nonviolenti, Associazione Papa Giovanni XXIII, Associazione per la Pace, Beati i costruttori di Pace, Centro Studi Difesa Civile, Conferenza degli Istituti Missionari in Italia, Coordinamento Comasco per la Pace, FIM-Cisl, FIOM-Cgil, Fondazione Finanza Etica, Gruppo Abele, Libera, Movimento Internazionale della Riconciliazione, Movimento Nonviolento, Noi Siamo Chiesa, Osservatorio OPAL di Brescia, Pax Christi Italia, Un ponte per… Tutte le informazioni sono disponibili sul sito: www.disarmo.org.

 

ALLEGATO (Immagine in evidenza)

Estratto (vol. I, p. 333) della Relazione annuale, relativa all’anno 2018, sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo delle esportazioni, importazioni e transito dei materiali di armamento, pubblicata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’aprile 2019.