Redazione – Fonte: © Il Post
09 giugno 2019
Sempre più a paesi che non fanno parte dell’Unione Europea e della NATO, tra cui l’Arabia Saudita: ma le cose non dovevano cambiare con il M5S al governo?
A metà maggio il governo italiano ha presentato al parlamento la relazione annuale sulla vendita di armi verso paesi stranieri (PDF), con l’usuale ritardo rispetto alla scadenza prevista dalla legge…
Diverse organizzazioni esperte sull’argomento, come la Rete italiana per il disarmo, sostengono da tempo che le informazioni contenute nella relazione siano insufficienti per farsi un’idea precisa su cosa vende l’Italia e a chi. Nel documento, comunque, ci sono diverse informazioni utili che aiutano a capirci qualcosa di più.
Nella relazione ci sono almeno tre questioni che vale la pena segnalare, ha scritto l’esperto Giorgio Beretta su Osservatorio Diritti, sito specializzato in analisi sul tema dei diritti umani in Italia e nel mondo.
Prima: nel documento si segnala che nel 2018 il valore delle autorizzazioni concesse dal governo per l’esportazione di armi è quasi dimezzato rispetto ai dati riferiti al 2017: è passato da un valore di 10 a un valore di 5,2 miliardi di euro. Questo calo potrebbe far pensare a una strategia più prudente del governo guidato da Giuseppe Conte rispetto agli ultimi di centrosinistra (governo Conte che peraltro si è insediato solo a giugno 2018). In realtà, scrive Beretta, è un calo «fisiologico», dovuto agli enormi ordini di armi ricevuti negli ultimi anni dall’Italia: «si tratta di oltre 32 miliardi di euro nel triennio 2015-2017, in gran parte per sistemi militari complessi (aerei, elicotteri, navi, ecc), la cui produzione sta impegnando e terrà impegnate le nostre aziende militari per diversi anni».
Seconda: la grande maggioranza delle autorizzazioni riguarda armi che finiranno a paesi che non appartengono né alla NATO (l’alleanza difensiva guidata dagli Stati Uniti e nata dopo la fine della Seconda guerra mondiale) né all’Unione Europea, ovvero le due più importanti alleanze internazionali dell’Italia: si parla del 72,8 per cento del valore totale delle autorizzazioni, una percentuale che conferma una tendenza già riscontrata negli ultimi anni e che si è confermata nel 2018 (l’ultimo anno in cui l’Italia vendette di più dentro la NATO e l’UE che fuori fu il 2015)…leggi tutto l’articolo