Massimo Franchi – Fonte: © Miccia Corta
21 maggio 2019
La Bahri Yanbu accolto all’alba con razzi e lacrimogeni. Poi la prefettura dà ragione ai lavoratori: il materiale «border line» viene trasferito fuori dal porto
Hanno vinto i camalli, ha vinto la «guerra alla guerra». Lo sciopero e il presidio indetti a Genova contro la Bahri Yanbu è riuscito: la nave cargo saudita arrivata ieri mattina non verrà caricata con i generatori elettrici che sarebbero serviti per la guerra in Yemen. E il blocco da oggi si estende a tutti i porti liguri per evitare che il carico avvenga nel porto militare di La Spezia, lontano dai riflettori accesi meritoriamente da lavoratori e Cgil nel capoluogo.
SOTTO UNA FORTE PIOGGIA alle 4 e 30 la nave è stata accolta dagli striscioni e dai fumogeni del Collettivo autonomo dei lavoratori portuali (Calp) che hanno anche tentato di salire sul cargo. Poi i lavoratori della Compagnia unica dei camalli hanno impedito le operazioni di carico nell’area di attracco della nave partendo con un presidio al varco portuale Etiopia, in lungomare Canepa.
La mobilitazione partita già la scorsa settimana sotto la scia del boicottaggio avvenuto al porto francese di Le Havre aveva visto saldare le posizioni dei camalli con quelle delle ong laiche come Arci, Amnesty, Libera, Opal per il disarmo e cattoliche Acli, Salesiani del Don Bosco, comunità di San Benedetto. Tutti uniti dallo striscione: «Porti chiusi alla guerra, porti aperti ai migranti»… leggi tutto l’articolo