Riccardo Noury – Fonte: © Corriere Della Sera
17 maggio 2019
Partita all’inizio di aprile dal porto di Corpus Christi, USA, per poi arrivare a Sunny Point, il più grande terminal militare del mondo, all’inizio di maggio il cargo “Bahri Yanbu” (nella foto di Pasaje Seguro) è entrato nei mari europei.
La “Bahri Yanbu” appartiene alla maggiore compagnia di shipping saudita, la Bahri, già nota come National Shipping Company of Saudi Arabia, società controllata dal governo saudita, e dal 2014 gestisce in monopolio la logistica militare del regno. Il porto di destinazione è Gedda, sul mar Rosso. Ovviamente, Arabia Saudita.
Il 4 maggio la “Bahri Yanbu” ha attraccato nel porto belga di Anversa, dove ha caricato – secondo alcune organizzazioni della società civile locale – sei container di munizioni. L’8 maggio avrebbe dovuto entrare nel porto francese di Le Havre per caricare otto cannoni semoventi Caesar da 155 mm prodotti da Nexter, ma ha dovuto rinunciarvi per la mobilitazione dei gruppi locali per i diritti umani.
Dopo uno scalo tecnico nel porto spagnolo di Sandander, la “Bahri Yanbu” ha fatto rotta verso Genova, con arrivo previsto domenica o, più probabilmente, lunedì mattina (secondo notizie non confermate di ieri sera, potrebbe esserci anche uno scalo a Cagliari).
Qui l’attendono i “camalli”, i portuali genovesi, con la Camera del Lavoro e la Filt Cgil di Genova, che hanno raccolto l’appello di Amnesty International Italia, Comitato per la riconversione RWM e il lavoro sostenibile, Fondazione Finanza Etica, Movimento dei Focolari Italia, Oxfam Italia, Rete della Pace, Rete Italiana per il Disarmo e Save the Children Italia: quella nave va bloccata…leggi tutto l’articolo